Cittadinanzattiva al Festival della Salute: puntare sull'umanizzazione per riconciliare medici e pazienti. No alla depenalizzazione del reato da errore medico.
"Ricostruire la fiducia tra medici e pazienti per evitare le cause inutili. Crediamo che la chiave di svolta sia rendere più umano il rapporto tra medico e paziente, al fine anche di evitare errori da una parte e denunce dall'altra, ma lo strumento non può essere quello della depenalizzazione del reato medico", ha detto Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva intervenuta oggi al Festival della Salute, nell'ambito del convegno "L'umanizzazione dell'assistenza al paziente".
"Una parte della categoria medica afferma di esser costretta ad attuare la medicina difensiva, ossia più esami, farmaci e ricoveri e meno operazioni a rischio, per non andare incontro alle denunce dei cittadini. Dai nostri dati risulta che chi arriva a denunciare un medico è una parte davvero esigua. E chi denuncia lo fa, in un caso su due, soprattutto perché è mancata una buona comunicazione con il medico o perché si è sentito abbandonato. Per questo crediamo che alcuni strumenti potrebbero migliorare questo rapporto, dare a medici e cittadini un quadro generale entro il quale muoversi per garantire una migliore comunicazione. La Carta della qualità in chirurgia e l'omologa Carta della qualità in medicina interna, ne sono due esempi".
PromossE da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, le due Carte enunciano alcuni impegni che i reparti ospedalieri si assumono nei confronti del paziente per assicurare un servizio migliore nel rispetto del diritto del cittadino malato. Per fare qualche esempio, il cittadino ricoverato presso un reparto che ha adottato la Carta della qualità in chirurgia potrà contare su un'adeguata accoglienza, su una segnaletica ben visibile, facile da capire e multilingue, una sala di attesa confortevole; durante la degenza avrà a disposizione un medico di riferimento che lo ascolta, lo informa e lo accompagna nel suo percorso di cura, insieme ad un tutor parasanitario; prima di sottoporsi ad un intervento chirurgico, firmerà un consenso informato molto dettagliato e gli sarà possibile avere tutte le informazioni del caso sul trattamento che riceverà, sarà tutelato da protocolli e procedure per la prevenzione e gestione del rischio clinico, da misure per prevenire l'insorgenza di infezioni ospedaliere, da una Commissione che almeno una volta l'anno si riunisce per valutare l'adeguatezza delle dotazioni strumentali e tecnologiche; al momento delle dimissioni avrà una scheda completa che riporta diagnosi, terapia e decorso, con i numeri di telefono a cui rivolgersi in caso di necessità.
"I punti contenuti nella Carta - spiega Petrangolini - sono aspetti fondamentali che fanno di un reparto un'organizzazione capace di prendersi cura e non solo di curare e consentono ai cittadini di essere dei soggetti attivi, più consapevoli e capaci di interagire con il personale e la struttura".