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Comunicati

"CAMERE APERTE" - Osservatorio civico sul Parlamento Italiano
Risposte al dibattito sulla stampa e in Parlamento

Dopo il lancio del rapporto CAMERE APERTE dell'Osservatorio Civico sul Parlamento Italiano promosso da Cittadinanzattiva, Controllo Cittadino e Open Polis, si susseguono dibattiti sia sulla stampa sia nelle sedi istituzionali, in modo particolare in Senato, che hanno come oggetto i risultati dell'analisi dell'indice di attività parlamentare da noi elaborato. Da varie ore riceviamo telefonate ed email da parlamentari e segretari particolari che chiedono spiegazioni.

Ci sembra importante, quindi, ribadire alcuni elementi già peraltro evidenziati nel testo del rapporto:
  1. Quantità non qualità

Il nostro indice di attività non misura la qualità, né tanto meno il valore dell'attività di un parlamentare. Come associazioni civiche e ricercatori sociali abbiamo da subito riconosciuto il limite di qualunque tentativo di valutare qualitativamente il lavoro di un parlamentare, compito che spetta esclusivamente ai cittadini elettori. Il nostro studio analizza la quantità di atti promossi dal parlamentare. Infatti, questo è l'unico parametro oggettivo di cui si dispone. Ogni altra pretesa non avrebbe alcun fondamento scientifico. Riteniamo altresì che la quantità sia comunque un parametro importante per identificare il livello di attività di rappresentanti che, una volta eletti, hanno dei compiti istituzionali di legiferazione imprescindibili. In questo senso, la nostra ricerca analizza gli atti istituzionali e formali previsti per un parlamentare: disegno legge, mozione, interpellanza, interrogazione a risposta orale, interrogazione a risposta scritta, interrogazione a risposta in commissione, risoluzione in assemblea, risoluzione in commissione, risoluzione conclusiva, ODG assemblea e ODG commissione. Non sono conteggiate tutte quelle attività non formali che, seppur in modo indiretto, hanno un impatto sui processi politici. Riteniamo che questa scelta sia legittima perché basato su parametri trasparenti e valutabili da qualunque cittadino in modo inequivocabile.

  1. Punto di vista civico

L'Osservatorio da noi costituito mantiene un punto di vista ‘civico'. Il nostro scopo è quello di fornire informazioni ai cittadini, che poi faranno le proprie valutazioni di valore. Sapere che un parlamentare è poco presente in parlamento o che quando c'è interviene poco nei lavori parlamentari è un dato importante da diffondere. Sarà poi responsabilità di quel parlamentare spiegare ai propri elettori le ragioni di questo comportamento che resta, da un punto di vista formale, del tutto legittimo. Adottando un punto di vista civico, l'Osservatorio utilizza parametri discussi e sviluppati all'interno di un dibattito tra varie associazioni. Anche la scelta dei coefficienti (sempre e comunque migliorabili) risente di questa impostazione. Da ciò deriva il valore comparativamente più alto attribuito alla redazione di disegni di legge (10) rispetto, per esempio, alle interpellanze (3). La critica mossa da alcuni contro tale distinzione si basa sul fatto che ci sarebbero molti parlamentari che redigono disegni di legge solo per ‘fare numero' senza alcun interesse sul fatto che questi DDL vengano approvati. Come organizzazioni civiche noi non abbiamo alcuna prova di tali comportamenti e quindi non abbiamo fatto distinzioni tra DDL ‘buoni' e DDL ‘cattivi'. Rileviamo comunque che, se ciò fosse vero, si tratterebbe di un ulteriore malcostume da parte della classe politica italiana. Il punto di vista civico ci obbliga a migliorare continuamente la nostra metodologia attraverso un dibattito aperto a tutti ed in modo trasparente. Certo è che, seppure in rapporto dialogico, non ci aspettiamo che siano proprio i ‘controllati' a definire i metodi con cui i cittadini intendono controllarli.

3. Informazioni limitate

La nostra ultima osservazione concerne la disponibilità di informazioni. Il rapporto CAMERE APERTE si basa sulle informazioni rese disponibili dal sito della Camera e del Senato attraverso la consultazione online. Alcuni atti, come per esempio gli emendamenti presentati dai parlamentari, non sono pubblicati in modo facilmente fruibile da parte degli utenti. Questo rende impossibile un loro inserimento nella nostra metodologia. A questo proposito, incoraggiamo i presidenti di Camera e Senato a rivoluzionare la modalità di consultazione delle informazioni online attraverso l'uso di nuove tecnologie, incluso il web 2.0, così come fatto dal Bundestag tedesco, dove i cittadini possono scambiarsi informazioni, monitorare l'attività dei propri parlamentari e contattare gli eletti attraverso blog pubblici. Questo renderebbe il nostro lavoro di monitoraggio molto più agevole e completo e, ovviamente, aiuterebbe a rinforzare il rapporto di fiducia tra elettori ed eletti.

  1. Nessun qualunquismo

Riteniamo che, analizzando le attività di ciascun parlamentare, la nostra ricerca sia l'esatto opposto del ‘qualunquismo'. L'etimologia di questo termine sottolinea il carattere generico e generalizzato di un certo giudizio. Niente di più lontano da un ricerca che si è posta l'obiettivo di sfatare il mito secondo cui ‘tutti i parlamentari sono uguali'. Contro le facili generalizzazioni del dibattito sulla ‘casta' e sui ‘costi della politica', la nostra ricerca vuole riportare il dibattito sulle persone, sugli individui e concentrare il monitoraggio sull'azione del singolo, piuttosto che sulle vaghe responsabilità del gruppo. Proprio in virtù di questa impostazione la nostra ricerca può ri-focalizzare il dibattito sull'analisi specifica delle attività di ogni parlamentare, superando le generalizzazioni e gli attacchi reciproci tra alcuni politici e vari commentatori, questi sì profondamente qualunquisti in un senso come nell'altro.

Redazione Online

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