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Editoriali

Giuseppe Cotturri è stato una delle voci più autorevoli e profonde della cittadinanza attiva nel nostro Paese. Un uomo del sud, un intellettuale mai distaccato, uno studioso capace di entrare nel vivo dei bisogni reali delle persone. Il suo pensiero, la sua scrittura e il suo impegno sono stati un punto di riferimento prezioso per Cittadinanzattiva, che ha avuto l’onore di averlo come Presidente e, ancor più, come guida e compagno di strada.

A lui dobbiamo non solo l’elaborazione culturale e giuridica del principio di sussidiarietà circolare, ma anche la sua concreta traduzione nella nostra Costituzione, con l’inserimento nel 2001 del quarto comma dell’articolo 118. Quelle poche righe – “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini…” – rappresentano, ancora oggi, uno degli atti più coraggiosi di apertura delle istituzioni alla vita civile e al protagonismo sociale. Come tra l’altro ricorda la nostra segretaria generale, Anna Lisa Mandorino, nel suo saluto a Cotturri sul sito di Vita.

Peppino ha sempre creduto nella capacità delle persone comuni di generare cambiamento: non per delega, ma per iniziativa, non per concessione, ma per diritto. Ha saputo leggere e raccontare le mille forme di attivismo civico nate negli ultimi decenni, rifiutando la retorica e scegliendo invece l’analisi, il confronto, la condivisione di esperienze. Con il suo ultimo saggio, Io ci sono. Gli attori del civismo e della solidarietà: mutazioni molecolari e processi costituenti, ha descritto con lucidità e passione il ruolo del civismo come antidoto all’apatia, al populismo e alla crisi di rappresentanza. A questo ha dedicato un suo grande amico di vita e di confronti sul tema, il già segretario generale di Cittadinanzattiva, Giovanni Moro sulle pagine di Vita .

È anche grazie a Cotturri se oggi possiamo dire che il nostro agire quotidiano ha una legittimazione costituzionale e una visione politica alta, inclusiva, laica. Ed è proprio in questa visione che risiede forse il suo insegnamento più attuale: che la democrazia non è mai data per scontata, ma va vissuta, costruita e custodita ogni giorno, soprattutto nei territori, nelle scuole, nei luoghi di cura, nelle reti di prossimità.

Ci resta il rammarico per un sistema politico spesso sordo a questa lezione. Per un mondo dei partiti che troppo spesso ha preferito rinchiudersi nei propri palazzi, invece di aprirsi al confronto con quella cittadinanza attiva che Peppino considerava il vero motore della democrazia. Eppure, proprio la forza silenziosa e costruttiva dei cittadini che si prendono cura dei beni comuni, che si organizzano per difendere diritti, che si mettono insieme per colmare vuoti lasciati dalle istituzioni, continua a essere la risposta più forte e autentica alle fragilità del nostro tempo.

Queste idee sono state anche al centro di due “chiacchierate” in occasione della registrazione di due puntate del nostro podcast realizzate con Francesca Moccia e Salvatore Zuccarello, e che potete riascoltare qui e a questo link .

Cotturri aveva il dono della parola che apre, non che chiude. E anche della formazione che lascia il segno. Lo ricordo con affetto e gratitudine anche per il ciclo di incontri che ha voluto dedicare, proprio a noi collaboratori di Cittadinanzattiva, alla storia della democrazia italiana. Un percorso denso, generoso, che ci ha aiutato a comprendere meglio il senso del nostro impegno e la responsabilità di essere cittadini attivi oggi.

La sua eredità non è fatta solo di libri o articoli, ma di relazioni costruite, di pensieri condivisi, di fermenti culturali che ancora animano chi non ha mai smesso di credere che partecipare sia un atto politico potente, e necessario. Grazie Giuseppe, continueremo il tuo cammino con la stessa ostinata fiducia nella forza del “noi”.

Alessandro Cossu

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