Cittadinanzattiva Campania sulla morte dell’infermiera dell’Ospedale San Paolo: con la crisi sanitaria cresce il disagio del personale e dei cittadini. “Lo stato della sanità in Campania finisce con l’incidere profondamente sul personale sanitario e aumentano i disagi per i cittadini”
Rileviamo come il permanere e l’approfondirsi dello stato di crisi della sanità campana faccia danni ben oltre ogni immaginazione. Sembra che si possa escludere un diretto legame tra il gesto di Mariarca che si è fatta prelevare 150 cc di sangue al giorno per tre giorni e la sua improvvisa morte. Ma quello che non si può escludere è il legame tra il gesto e la situazione di caos in cui versa il settore sanitario. Il personale sanitario, in particolare nelle strutture pubbliche, lavora spesso in una situazione di grande stress. A titolo di esempio in alcuni reparti di pronto soccorso napoletani manca il triage e questo significa che, a parte i pazienti con i cd. “codici rossi” per i quali la tempestività è direttamente proporzionale alla sopravvivenza stessa del paziente, tutti gli altri pazienti vengono trattati secondo l’ordine di arrivo e non sulla base della priorità delle condizioni. Questo significa stress per il personale e per i pazienti. Se in esito ad una situazione così complessa anche lo stipendio perde i connotati di certezza che dovrebbero contraddistinguerlo allora il quadro è completo.
La misura è colma. Chiediamo che lo sforzo in atto per mettere a regime la situazione sanitaria venga moltiplicato. In una situazione come questa neanche i L.E.A. sono piu’ garantiti. Nell’esprimere la nostra solidarietà ai familiari di Mariarca, la esprimiamo a tutti gli operatori sanitari. Arrivati a questo punto lo sforzo non può che essere comune se si vuole che la sanità campana imbocchi finalmente la strada di un risanamento che non sia una mera operazione contabile ma che realizzi standard di qualità europei.