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“La proposta di legge approvata è un passo in avanti importante verso il sistema universalistico in cui crediamo e su cui si fonda il nostro Servizio sanitario nazionale, e ci rende particolarmente orgogliosi perché recepisce la richiesta di garantire l’assistenza sanitaria di base ai più fragili e agli invisibili - svincolandola dalla residenza anagrafica e dalla regolarità di soggiorno - che avevamo avanzato attraverso la nostra Carta civica della salute globale. Allo stesso tempo è la dimostrazione che il concetto di inclusione è praticabile attraverso politiche pubbliche che nella concretezza rendano esigibili i diritti, a cominciare da quello alla salute, unico diritto ad essere indicato come “fondamentale” dalla nostra Costituzione”, dichiara Francesca Moccia, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva in merito all’approvazione alla Camera della proposta di legge A.C. 433 “Disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza dimora”, della quale il primo firmatario è l’onorevole Furfaro.

Si tratterà di una sperimentazione che metterà a disposizione delle Città metropolitane un fondo di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026 per assicurare il diritto al medico di famiglia per le persone senza dimora. Secondo i dati 2022 dell’ISTAT sono 96.197 le persone senza tetto e senza fissa dimora iscritte in anagrafe. La maggioranza è composta da uomini e il 38% è rappresentato da cittadini stranieri, provenienti in oltre la metà dei casi dal continente africano. Le persone senza tetto e senza fissa dimora censite sono residenti in 2.198 comuni italiani, ma si concentrano per il 50% in 6 comuni: Roma con il 23% delle iscrizioni anagrafiche, Milano (9%), Napoli (7%), Torino (4,6%), Genova (3%) e Foggia (3,7%).

Grazie a questa norma appena approvata alla Camera, si punta a garantire un diritto e la dignità a migliaia di persone che, proprio in conseguenza delle precarie condizioni di vita, hanno spesso importanti problemi di salute fisica o mentale. Ora – conclude Moccia - ci auguriamo una rapida e altrettanto unanime approvazione al Senato”.

Ufficio Stampa

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