Ennesimo caso di violenza ai danni del personale sanitario: a Foggia, a seguito del decesso in ospedale di una ragazza di 23 anni, decine di familiari hanno invaso l’ospedale e si sono scagliati contro medici e infermieri, costringendo un gruppo a barricarsi in una stanza per difendersi.
“Questo nuovo grave episodio di violenza - commenta Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva - come i tanti altri riportati in tutta Italia, richiama l’attenzione sul tema del rapporto di fiducia fra sanitari e pazienti o familiari e della umanizzazione delle cure: sono necessarie misure specifiche per tutelare il personale che opera negli ospedali, nelle ASL, e in tutti i luoghi in cui si erogano servizi socio-sanitari, per permettere loro di lavorare in condizioni di sicurezza e serenità e per garantire ai cittadini tutti i servizi di cui hanno bisogno. Sulla vicenda specifica di Foggia aspettiamo gli esiti della doppia indagine, quella sui fatti di violenza subiti dai professionisti sanitari, e quella interna per valutare il percorso di assistenza alla giovane ragazza deceduta a seguito dell'intervento chirurgico. Un intreccio di situazioni pesanti che ci lascia veramente sconvolti e sulle quali speriamo si faccia presto chiarezza”.
“La notizia di questo episodio - aggiunge Matteo Valentino, Segretario regionale di Cittadinanzattiva Puglia - purtroppo non isolato nella nostra regione, sta scuotendo molto la comunità, perchè porta alla ribalta nazionale la difficoltà di una realtà sanitaria locale davvero in crisi.
Quotidianamente il super lavoro degli operatori sanitari che fronteggiano carenze e difficoltà varie, si confronta - e somma i suoi effetti – con l’esasperazione dei cittadini alle prese con liste d’attesa infinite, servizi mancanti o ridotti e i costi per curarsi. Di fronte a questa realtà così problematica e complessa, come Associazione e come società civile, chiediamo alle Istituzioni locali interventi più consistenti per evitare il ripetersi di queste violenze, garantire il rispetto dei diritti dei cittadini e la sicurezza di chi opera nelle strutture sanitarie del nostro territorio. Vogliamo anche lanciare un appello, perchè c’è anche un effetto collaterale che genera ulteriore difficoltà nell’erogazione dei servizi: i medici che, giustamente, non si sentono sicuri nel loro ambiente di lavoro, appena possono, si trasferiscono da altre parti. Bisogna subito intervenire insieme prima che gli ospedali locali si svuotino: il mondo del volontariato e delle istituzioni devono lavorare insieme per mettere in atto iniziative per garantire un servizio pubblico di qualità.”