Cittadinanzattiva su "tassa" su prelievo allo sportello: i cittadini usati per "fare cassa". Disincentivare l'uso del contante possibile, ma non pesando su fasce già in difficoltà
Continua la settimana nera degli utenti - bancari. Sabato scorso è passato in aula (Milleproroghe) un ordine del giorno sull'anatocismo, in base al quale il Governo dovrà "valutare l'opportunità di intervenire in tempi rapidi con eventuali interventi normativi a tutela degli interessi legittimi dei cittadini negli eventuali contenziosi con gli istituti bancari", una norma chiaramente salva - banche. Oggi esplode la tassa sul contante per i prelievi in filiale, già applicata da alcuni istituti bancari. E’ chiaramente un balzello che grava e graverà sulle tasche di una fetta di popolazione in difficoltà, anziani, immigrati, cittadini a basso reddito che non hanno un conto-corrente online o carte elettroniche. Poter disporre dei propri soldi, rischia di rendere ancora più fragile un rapporto di fiducia già critico, quello tra cittadini e banche.
Siamo favorevoli ad una diminuzione del contante, ed un maggiore utilizzo delle carte di pagamento, ma non è questa di certo la via migliore.
Al contrario, andrebbero incentivati sconti sui canoni delle carte di pagamento elettroniche per i clienti, oppure la riduzione delle commissioni per i negozianti. Così come si potrebbe applicare anche ai piccoli esercenti la struttura tariffaria riservata alla grande distribuzione: diminuzione graduale delle commissioni (che arrivano al 4%), al raggiungimento annuale di determinati volumi di pagamento.
Accanto a tutto questo, è necessario che si intervenga contemporaneamente sulle conoscenze, permettendo ai cittadini di migliorare la propria cultura finanziaria, sia per disincentivare l'uso del contante, che per un accesso più consapevole agli strumenti finanziari.