Sui temi energetici, ancora forte il divario di informazioni fra aree territoriali e fasce socio-economiche. Per una maggiore sostenibilità occorrono strumenti concreti per modificare i consumi, attivare tutele e contestare abusi.
L’indagine di Cittadinanzattiva su informazione percepita, comprensione e funzionamento del mercato, bisogni più urgenti e strumenti per agire, sensibilità ambientale e ruolo dei cittadini
Circa il 40% dei cittadini dichiara di leggere la bolletta per intero e di capirne la composizione delle voci e i relativi importi. Oltre il 30% dichiara di aver cambiato fornitore nell’ultimo anno, nel 72% dei casi lo si fa per risparmiare ma in circa il 10% il cambio deriva dal passaggio obbligato al mercato libero o da iniziative degli operatori. Oltre l’80%, inoltre, dichiara di aver ricevuto proposte di cambio fornitore con comunicazioni giudicate aggressive (74%) o poco comprensibili (27,5%).
La sostenibilità rimane un valore ampiamente condiviso: oltre l’80% degli intervistati afferma che la preoccupazione ambientale incide abbastanza o molto sulle scelte quotidiane. Il 70% adotta comportamenti virtuosi per ridurre i consumi, e quasi la metà ha già investito o vorrebbe investire nell’efficientamento della casa.
Il 43% dei cittadini non ha mai sentito parlare di povertà energetica, ed un ulteriore 40% ne ha sentito parlare ma non sa di cosa si tratti. Inoltre, circa il 57% conosce o ha usufruito di incentivi per l'efficienza energetica, che però vengono considerati utili ma difficili da ottenere (58%) o poco efficaci (12,7%).
Sono questi alcuni dei dati emersi dalla consultazione civica nazionale "Energie di Comunità", realizzata da Cittadinanzattiva all’interno del progetto omonimo, rivolto sia ai cittadini consumatori che agli stakeholder di settore e giunto alla seconda edizione con l’obiettivo generale di contribuire alla transizione energetica giusta (da un punto di vista sociale, economico e ambientale) concorrendo al cambiamento individuale e collettivo per l’adozione di modelli di sviluppo più sostenibili. In questo contesto la consultazione ha permesso di individuare i bisogni, le difficoltà e le aspettative delle persone su temi come la povertà energetica, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), la trasparenza del mercato, il risparmio e l'efficienza. L’indagine, articolata in quattro macro temi - informazione percepita, comprensione e funzionamento del mercato, bisogni più urgenti e strumenti per agire, sensibilità ambientale e ruolo dei cittadini - ha raccolto contributi da tutto il Paese, coinvolgendo 2.316 cittadini. Sono stati condotti anche dei Focus Group con realtà regionali per approfondire le percezioni di complessità, risparmio, sostenibilità e povertà energetica.
“La sostenibilità energetica deve tradursi in benefici misurabili per i cittadini. Non è sufficiente “informare di più” ma è necessario informare meglio e in modo più mirato; i consumatori vanno dotati di strumenti adeguati e concreti per modificare i consumi, attivare tutele e contestare abusi. Al contempo occorrono più semplificazioni e tutele, sostegno per i più vulnerabili e maggiori investimenti i cui costi non ricadano sui singoli. Dal punto di vista ambientale, cresce la sensibilità dei cittadini ma allo stesso tempo servono politiche che rendano tali scelte sostenibili ed accessibili e non un lusso”, dichiara Tiziana Toto, responsabile nazionale politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva.
In questa direzione va l’impegno di Cittadinanzattiva che ha anche aderito al Manifesto per l'elettrificazione dei consumi, promosso da Assoclima in partnership con Canale Energia, Aeci, Federconsumatori, Fratello Sole, Osservatorio imprese e Consumatori.
La consultazione civica rivela anche che l'accesso alle informazioni sui temi energetici non è uniforme: infatti la percezione di essere ben informati è più alta in specifiche fasce demografiche, in particolare tra i giovani-adulti (18-50 anni), tra le persone con un elevato titolo di studio e tra i residenti nel Nord del Paese. Si riscontrano vulnerabilità informative significative tra gli Over 60, tra le fasce con basso titolo di studio e tra i residenti in aree meno servite.
In generale il mercato dell'energia è percepito come complesso e poco accessibile. I cittadini infatti manifestano difficoltà a leggere la bolletta, a valutare la moltitudine di offerte e a esercitare un controllo sulla propria situazione. Questa sensazione di scarsa governabilità è rafforzata dal fatto che molte delle "scelte" non sono tali. Per migliorare la trasparenza, i cittadini chiedono soprattutto maggiori controlli sulle pratiche commerciali scorrette (57,3%) e informazioni più chiare sulle bollette e le offerte (54,7%).
Ascoltati anche sui bisogni più urgenti e strumenti per agire, i cittadini si dichiarano disponibili al cambiamento, con l’obiettivo di risparmiare, accedere agli incentivi e partecipare alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), ma questa volontà è limitata da precise barriere pratiche ed economiche. L'azione più diffusa per ridurre i costi è l'uso più consapevole degli elettrodomestici (indicato dal 70,4%), ma gli incentivi per l’efficienza energetica, pur essendo noti al 57% circa del campione, vengono in generale considerati difficili da ottenere (58%). Anche le CER pur avendo un alto potenziale, hanno un accesso difficile: per la partecipazione i cittadini chiedono prioritariamente supporto tecnico e amministrativo (58,6%), informazioni semplici e affidabili (52,9%) e incentivi economici (44,3%). Le funzioni principali attribuite alle CER sono la riduzione delle bollette (45,7%) e l'incentivazione delle energie rinnovabili (42,3%). Per quanto riguarda la povertà energetica, la richiesta principale non è solo di aiuti economici per pagare le bollette (58,7%), ma anche di interventi strutturali per rendere le case più efficienti (38,6%).
In tema di Sensibilità Ambientale, il coinvolgimento emotivo dei cittadini verso il cambiamento climatico è alto - oltre il 70% si sente “molto” o “abbastanza” coinvolto - e questa preoccupazione incide sulle scelte quotidiane. Tuttavia, la preoccupazione si traduce in comportamenti non uniformi, con una preferenza per le azioni "a basso costo". I cittadini credono che l'azione individuale sia necessaria ma non sufficiente: il 54,9% degli intervistati crede che le azioni dei singoli contribuiscono, ma solo se accompagnate da politiche pubbliche efficaci, mentre solo il 28,6% ritiene che contribuiscano in modo significativo.
Informazioni e materiali sono disponibili sul sito web di CIttadinanzattiva.





