"Sessanta milioni di euro annui. E' questo il costo delle 300 sedi minori del giudice di pace che per questo riteniamo sarebbe necessario chiudere. Un costo che equivale a quello di 2000 cancellieri, la cui carenza è evidente.
Oppure, questi soldi risparmiati potrebbero essere utilizzati immediatamente per informatizzare gli uffici giudiziari, visto che il Piano Alfano-Brunetta ha previsto per l'informatizzazione un investimento di 50 milioni di euro in tre anni.
E proprio in un momento in cui è quanto mai necessaria una revisione della geografia giudiziaria italiana per evitare ulteriori sprechi, il decreto del precedente ministro della Giustizia Nitto Palma, invece di avviare la riforma generale della magistratura ordinaria, riapre i concorsi per tulle le 846 sedi". E' quanto dichiara Mimma Modica Alberti, coordinatrice Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva, nel giorno in cui inizia lo sciopero dei giudici di pace che durerà fino al 2 dicembre.
"Chiediamo pertanto al governo Monti e al nuovo ministro della Giustizia Paola Severino che venga revocato il decreto sulla ripartizione del personale della magistratura onoraria addetto agli uffici del Giudice di Pace pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 novembre u.s. al fine di evitare – prosegue Modica Alberti - ulteriori danni. Chiediamo inoltre che i requisiti per esercitare il ruolo del giudice di pace siano fondati sulla effettiva competenza ed esperienza".