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Consenso informato: sentenza Cassazione ribadisce importanza atto e no a pratiche meramente burocratiche
 
"Che il consenso informato non dovesse essere una mera pratica burocratica di semplice apposizione di firma su un modulo prestampato da parte del paziente, svolta in fretta e furia poco prima dell'intervento, anche da personale non medico, Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato lo ha sempre sostenuto".


Questo il commento di Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, in merito alla recente sentenza della Terza sezione civile della Corte di Cassazione (n°19220), che ha sancito in modo chiaro il principio secondo il quale un vero consenso informato deve garantire la reale ed effettiva consapevolezza da parte del paziente in merito alla prestazione alla quale si sta per sottoporre, attraverso un'attività di informazione svolta dal personale medico sull'intervento, sulle relative possibili conseguenze e rischi,nonché sulle eventuali alternative terapeutiche e tenendo presente il livello culturale del paziente. Al contrario non é assolutamente sufficiente far sottoscrivere un modulo con le sole informazioni sull'intervento.
"La sentenza è per noi positiva perché le segnalazioni che il Tribunale per i Diritti del Malato riceve dai cittadini in merito al consenso informato ci dicono proprio come questo sia ancora molto carente, e consistente molto spesso in una semplice attività di apposizione di firma su un modulo eseguita a ridosso della prestazione, che nulla aggiunge in termini di vera consapevolezza e informazione resa al paziente", ha aggiunto Aceti. "Accade anche che il modulo sottoscritto in quel modo venga utilizzato nell'eventuale giudizio per la tutela legale del personale sanitario. Crediamo che sul tema si possa e si debba fare di più, come ad esempio prevedere l'obbligatorietà tra le informazioni da rendere al paziente anche di quelle inerenti gli "esiti" della struttura (dati Agenas), e perché no anche quelli del professionista, rispetto all'intervento che si sta per svolgere. Il paziente ha il diritto di sapere quali siano le performance della struttura e del  professionista in merito all'intervento al quale si sta per sottoporre, anche per garantire il diritto alla libera scelta a  recarsi nelle strutture più sicure. Va inoltre garantita la partecipazione delle Associazioni di cittadini e di pazienti alle attività di stesura dei moduli di consenso al fine di rendere  ai cittadini un'informazione corretta e trasparente. Per quanto ci riguarda utilizzeremo in tutte le circostanze che ci si presenteranno i contenuti di questa importante sentenza", ha quindi concluso Aceti.

Alessandro Cossu

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