Oggi a Crotone il seminario sullo stato di salute del Sistema sanitario Nazionale in Calabria, promosso da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato e Fondazione Lilly.
“L’evento di oggi nasce con l’obiettivo di dare un contributo determinante per trovare insieme soluzioni e far assumere impegni precisi e concreti per il rilancio della Sanità pubblica in Calabria, a partire dai bisogni dei cittadini”.
Con queste parole Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato- Cittadinanzattiva, ha aperto l’appuntamento calabrese del ciclo di seminari sullo stato di salute del Sistema sanitario Nazionale e Regionale, promosso da Cittadinanzattiva e Fondazione Lilly.
“La crescente domanda di salute e le attuali difficoltà economiche impongono un ripensamento nel modo di operare in Sanità - ha dichiarato Concetto Vasta, Direttore Generale della Fondazione Lilly. La sfida per il Ssn non è solo quella di diventare sostenibile dal punto di vista dei bilanci, ma anche quella di erogare prestazioni sanitarie di qualità in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale. D’altronde sappiamo che non esistono evidenze che dimostrano, sempre, una correlazione positiva tra risorse economiche impegnate e miglioramento degli esiti di salute.
Ma cosa fare per offrire una sanità migliore a parità di costi? Abbiamo innanzitutto bisogno di una strategia politica, che abbia come obiettivo primario il promuovere, mantenere e recuperare la salute fisica e psichica di tutta la popolazione, partendo dalla prevenzione. Al tempo stesso abbiamo bisogno di una solida cabina di regia nazionale per la Sanità, che garantisca il diritto costituzionale di “universalità ed equità di accesso alle cure”, attraverso un’unica programmazione sanitaria e una oculata ed efficiente gestione locale delle risorse disponibili.”
La Calabria è una delle Regioni sottoposta in questi anni al piano di rientro per deficit sanitario, piano che ha determinato tagli e restrizioni, ma non sembra aver ancora raggiunto l’obiettivo di un sistema di controllo efficace e un processo di riorganizzazione efficiente ed efficace della rete ospedaliera calabrese. Interessante a tal proposito il dato relativo al rispetto delle norme sulla trasparenza da parte delle Asl Calabresi, che a fronte di una media nazionale del 86%, in regione si ferma al 51%.
Sebbene il rientro dal disavanzo sia ad oggi un risultato raggiunto, quale è stato l’effetto sui cittadini calabresi? Nella tabella che segue ecco in estrema sintesi i principali problemi segnalati dalle persone che si sono rivolte nel corso del passato anno al PiT Salute, il servizio di orientamento e tutela del Tribunale per i diritti del malato, e presentato a Roma il 30 settembre.
E’ evidente come il problema resti la possibilità di accesso a servizi, terapie e prestazioni da parte dei calabresi, così come una organizzazione territoriale che mette comunque alla dura prova i cittadini. Ne è testimonianza il dato di un saldo negativo per la Regione di 252 milioni di euro per la mobilità verso altre regioni dei pazienti.
Si è inoltre proceduto alla riorganizzazione e riqualificazione del sistema sanitario calabrese individuando 3 ospedali hub, un ospedale universitario, 10 ospedali spoke, 4 ospedali generali e 1 istituto nazionale di ricovero e cura per anziani. Tuttavia la regione ha già annunciato la costruzione di 4 nuovi ospedali a Vibo Valentia, Catanzaro, Gioia Tauro e nella Sibaritide.
Si è nel frattempo ridotto il personale di circa 1500 unità, e diminuiti i posti letto di 1200 unità, passando da 7600 a 6400. E’ quindi evidente che sia il territorio a dover adeguare la propria offerta, mentre risulta inadeguata anche la presa in carico dei pazienti affetti da malattie croniche come ad esempio quelle reumatiche e da malattie infiammatorie croniche dell’intestino. Infatti sono totalmente assenti i relativi Percorsi Diagnostico-Terapeutici.
Altra nota dolente è rappresentata dalla diffusione delle reti cardiovascolari e cerebrovascolari: i 3 centri che effettuano la Trombolisi endovenosa coprono solo il 30% del territorio.
“Ci auguriamo che l’incontro di oggi”, ha concluso Ines Maroni, coordinatrice assemblea territoriale Cittadinanzattiva Crotone, “sancisca la nascita di una nuova alleanza tra cittadini, professionisti e amministratori, al fine di rilanciare effettivamente la sanità calabrese attraverso un Piano sanitario che riequilibri le carenze e le precarietà, riportandole a livelli di garanzia per la salute dei cittadini. Per farlo, è necessario che siamo esplicitamente previsti spazi di partecipazione e condivisione dove i rappresentanti delle organizzazioni a tutela dei cittadini come la nostra vengano riconosciuti e valorizzati per il loro ruolo di salvaguardia e di costante valutazione delle scelte adottate o da adottare”