"Uno sciopero che penalizza ancora una volta i cittadini e che ostacola la necessaria riforma dell'assistenza sanitaria territoriale", è quanto afferma Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, in merito allo sciopero indetto per il 19 maggio dai medici di medicina generale e dai pediatri.
"Nel momento in cui il Servizio Sanitario Pubblico è sottoposto a ripetuti tagli, ognuno è chiamato a fare la sua parte. Mentre l'ospedale cede posti letto e risorse, la spesa per farmaci si riduce, i cittadini sono obbligati a sostenere ticket ed Irpef crescenti, la medicina di base non ha visto riduzioni di spesa, né se ne vedono all'orizzonte". La Corte dei Conti certifica che la spesa per la medicina di base è passata da 4,6 miliardi del 2002 a 6,6 miliardi nel 2013, e l'incidenza percentuale sulla spesa complessiva passa dal 5,8% nel 2002 a circa il 6% nel triennio 2010-2013. Nello stesso triennio i cittadini hanno pagato il 25% in più di ticket. "Ai MMG e PLS viene richiesto invece un contributo in termini di innovazione organizzativa e professionale, per un ammodernamento del SSN."
Nell'ultimo Atto di Indirizzo, licenziato lo scorso aprile dal Comitato di Settore Sanità delle Regioni e funzionale alla definizione del Nuovo Accordo Collettivo Nazionale, non si legge né l'abolizione della figura del MMG, né tantomeno l'automatica perdita della prossimità dei servizi per i cittadini (motivi che sarebbero alla base dello sciopero). "Piuttosto – continua Aceti - cogliamo il riconoscimento di un ruolo nuovo del MMG, in continuità con quanto previsto dal Decreto Balduzzi e dal Patto per la salute. Ci sembra positivo che il MMG lavorerà in modo integrato con gli altri professionisti del mondo sanitario e sociale; che la programmazione ricondotta al Distretto Sanitario e alla Regione possa garantire una maggiore uniformità degli interventi e un'omogeneità dei servizi; che l'introduzione di standard assistenziali e indicatori di valutazione vadano verso la misurabilità di qualità ed efficacia dell'assistenza".
"Oltre al danno anche la beffa. Non solo il 19 maggio i cittadini saranno costretti a ricorrere al Pronto soccorso, che sarà a rischio ingolfamento, ma dovranno anche pagare obbligatoriamente un ticket che poteva essere evitato. Chiediamo quindi ai sindacati medici di individuare forme alternative di protesta che non impattino su chi ha bisogno di assistenza, al Ministro della Salute e alle Regioni di non far pagare i ticket ai cittadini che riceveranno un codice bianco al PS, al comitato di settore delle Regioni di audire le Associazioni di cittadini e pazienti per un nuovo accordo collettivo nazionale a misura di cittadino e rispettoso di tutti i diritti, compreso quello alla libera scelta. Chiediamo infine che da subito, all'interno degli accordi integrativi regionali, si promuova di più l'assegnazione della quota variabile della retribuzione dei MMG, attraverso chiari parametri legati ai risultati e agli esiti di salute degli assistiti, secondo modalità omogenee, condivise e valutate anche insieme alle organizzazioni di cittadini e di pazienti."