Cittadinanzattiva ha presentato oggi (11 luglio - ndr) il focus “Energia ad intermittenza” del Rapporto PiT Servizi 2013, lavoro che affronta quanto segnalato dai cittadini nell’ambito del settore energia e ambiente (acqua, luce, gas e rifuti). Su 9.633 segnalazioni nel corso del 2012 il 30% riguarda questo ambito.
Trasparenza delle voci presenti in bolletta, conguagli onerosi, denuncia di tariffe esose, difficoltà nel farsi restituire le somme versate: sono queste le maggiori criticità lamentate dai cittadini che si ripetono nell’ambito di energia, gas, acqua e rifiuti.
Accanto a queste criticità, è doveroso sottolineare che aumenta il numero dei consumatori in difficoltà per pagare le bollette di energia e gas.
Dai dati del Terzo Rapporto Annuale UNIREC (prese in considerazione almeno 200 imprese associate) risultano aperte 34.738.000 posizioni, per un valore di circa 43 miliardi di crediti affidati, e per lo meno il 50% fa riferimenti alle utilities.
I costi delle utenze sono oggi una priorità per le famiglie italiane.
Per quanto riguarda il settore dell’energia Cittadinanzattiva tra le proposte fa emergere quella più urgente, ovvero la riduzione dei costi.
Questi stessi costi sono molto alti rispetto alle media europea e sono aumentati negli anni, anche e soprattutto a causa di imposizione ed oneri generali che non sono attinenti con il servizio e che sono stati inseriti per far fronte a situazioni emergenziali.
Non tutti i consumatori sono a conoscenza di alcune informazioni, chiamiamole spigolature: sono tassati gli oneri per il nucleare, ovvero per le risorse destinate allo smantellamento delle centrali atomiche chiuse con il referendum del 1987, 25 anni fa. Ci sono le risorse destinate alle Ferrovie, grazie alle quali l’azienda eroga sconti tariffari, così come il finanziamento della ricerca e il bonus per le famiglie povere. Insomma, una vera babele di voci che contribuisce a aumentare il volume economico delle bollette dei consumatori italiani, voci di cui sono spesso ignari.
In questi anni abbiamo parlato di liberalizzazioni che non devono cadere dall’alto, ma essere accompagnate dal basso, specialmente in un settore come quello dell’energia, dove il consumatore rischia non di essere beneficiario dei vantaggi di un mercato aperto, ma di essere schiacciato da un’offerta non sempre comprensibile. La corretta informazione è alla base di un sistema in cui il consumatore non solo è tutelato ma anche sicuro che la scelta che farà sarà effettivamente vantaggiosa.
Nel momento in cui le istituzioni europee (Strategia Europa 2020) ci richiamano alla necessità del coinvolgimento dei cittadini per favorire al piena partecipazione al mercato unico, nel nostro Paese viviamo contraddizioni come quelle appena citate sugli oneri in bolletta.
L’empowerment del consumatore, inteso come valore imprescindibile per la regolazione del sistema, può essere il maggiore grimaldello per farle emergere queste contraddizioni e per superarle definitivamente.
Interessante citare l’iniziativa di un’altra associazione di consumatori, Altroconsumo, che ha promosso la costituzione di un gruppo di acquisto di energia a livello nazionale, con l’obiettivo di abbattere i costi.
Come indicato dalla Strategia Energetica Nazionale, la partecipazione dei cittadini costringe le istituzioni e le aziende a porsi nuovi interrogativi, in quanto i cittadini stessi possono essere, ed in parte lo sono già, attori del mercato in duplice veste, come consumatori –produttori di energia, iniziando a definire nuovi scenari.
Può essere utopico ricordare la citazione del fisico Nikola Tesla, “l’energia apparterrà a tutti, proprio come l’aria che respiriamo” e riflettere su come possiamo renderla attuale in questa stagione di cambiamento sociale ed economico.
Tina Napoli, Coordinatrice nazionale Rete delle Politiche dei Consumatori di Cittadinanzattiva