Il III Congresso nazionale di Cittadinanzattiva, svoltosi a Roma nel dicembre scorso, ha accolto la richiesta, fatta da molti aderenti, di avviare anche all’interno della nostra organizzazione una riflessione sistematica sui problemi etici e sulle scelte che siamo chiamati a fare in alcuni momenti della nostra vita e che, sempre più spesso, sono portati all’attenzione dei cittadini dai mezzi di comunicazione solo con riferimento a continui scontri e a forti contrasti tra opposte posizioni politiche o, meglio, partitiche.
Si è formata quindi una Commissione etica nazionale, con l’obiettivo di studiare, riflettere, indagare e avanzare proposte su questioni così delicate ma così importanti per la vita di tutti. La Commissione dovrà definire una posizione chiara e ferma di Cittadinanzattiva, che sarà elaborata avendo quali punti di riferimento il rispetto della dignità della persona in tutte le fasi della sua esistenza e il principio dell’autodeterminazione, con il conseguente rifiuto di ogni forma di accanimento terapeutico.
Cittadinanzattiva si è già espressa sul caso di Eluana Englaro, che non ha trovato ancora una soluzione nonostante una sentenza della Corte d’Appello di Milano, per ribadire con forza che il Parlamento deve approvare in tempi rapidi una legge sul testamento biologico che riconosca il diritto del paziente all’autodeterminazione per tutte le scelte riguardanti la sua malattia, comprese la nutrizione e l’idratazione artificiali.
Ma anche altri diritti vanno difesi e sostenuti: quelli delle donne, chiedendo la piena attuazione della legge 194, con il superamento dei problemi dovuti anche alle sempre più numerose obiezioni di coscienza da parte dei medici e del personale sanitario; quelli delle coppie che desiderano un figlio e non trovano l’aiuto e il sostegno necessari nelle strutture preposte, a causa di una legge sulla procreazione assistita che ci vede agli ultimi posti tra le nazioni europee. Questo porta a una grande discriminazione tra chi può recarsi all’estero e chi non lo può fare, creando di fatto cittadini di serie b, privati dei loro diritti, e a cui viene negata anche la speranza di generare un figlio sano.
Inoltre, i progressi della medicina sollevano con forza questioni delicate come quelle inerenti alla neonatologia, che riguardano la rianimazione, senza o contro il consenso dei genitori, dei neonati al di sotto delle 25 settimane di gestazione; quindi, neonati molto prematuri che spesso presentano gravi malformazioni o irrecuperabili insufficienze di sviluppo di organi ed apparati.
Infine, nel dibattito sulla contraccezione, si è inserito il problema dell’interruzione farmacologica della gravidanza, la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, dove ancora una volta sono coinvolte in prima persona le donne lasciate sole in queste drammatiche circostanze con il loro bagaglio di sofferenze.
Gli esempi riportati indicano chiaramente che è necessario affrontare le varie questioni laicamente, senza ideologismi di alcun tipo, senza prevaricazioni, con grande rispetto di tutti e cercando di proporre soluzioni che siano utili a trovare punti in comune tra le varie posizioni. L’auspicio è che la Commissione etica di Cittadinanzattiva possa riuscire, anche solo in piccola parte, a dare il proprio contributo in questa direzione.
Anna Vittori
Vicepresidente di Cittadinanzattiva
Segretario regionale Liguria
Comunicato stampa Roma, 27 gennaio 2009
Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato su testamento biologico: necessario prevedere la sottoscrizione di due atti distinti
"Prevedere nel testamento biologico due documenti distinti, in modo da far sottoscrivere al cittadino, in presenza del notaio, due distinte dichiarazioni. La prima riguardante il corpus del testamento biologico, la seconda inerente l'assenso o il dissenso sul trattamento della nutrizione e dell'idratazione artificiali".
Nelle parole del vice presidente Anna Vittori la proposta di Cittadinanzattiva in merito al testamento biologico.
"L'eventuale convergenza in un unico disegno di legge delle diverse ipotesi finora prospettate è sicuramente un elemento che accoglieremmo con favore. Spiace, però, constatare come nonostante varie associazioni di cittadini siano state ascoltate in audizione alla Commissione Igiene e Sanità del Senato, ad oggi nessuna delle loro proposte è stata recepita, vanificando un lavoro di studio e di riflessione fondato anche sulle richieste di tanti cittadini che desiderano sia loro riconosciuto il principio