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Editoriali

punto_2008-10-09Le organizzazioni della società civile stanno al top della fiducia dei cittadini, mentre i partiti sono piazzati all’ultimo posto. Questa è una bella notizia che viene dai risultati dell’indagine pubblicata nel libro “La società civile tra eredità e sfide” di Giovanni Moro e Ilaria Vannini. Il lavoro è il frutto di un impegno di Cittadinanzattiva, supportata da Fondaca, come partner italiano di una grande ricerca internazionale sulle società civili nel mondo (Civil Society Index) promossa da Civicus.

Quindi l’impegno civico viene considerato da tutti un fatto altamente positivo nella società. C’è però un risvolto negativo della faccenda: queste stesse organizzazioni, che costruiscono capitale sociale, solidarietà e rispetto dei diritti, non hanno lo stesso peso dei partiti medesimi, dei sindacati, dei media. Infatti esiste un rapporto inversamente proporzionale tra fiducia e peso “politico”. Questa immagine sintetizza uno dei grandi problemi dell’Italia: una società politica con scarso consenso ma tanta occupazione del potere, una società civile che continuamente viene ricacciata nell’irrilevanza, nonostante i milioni di cittadini impegnati e il favore dell’opinione pubblica. E’ evidente quanto sia importante che nei prossimi anni si lavori per invertire la tendenza, soprattutto per far sì che fiducia e peso stiano sullo stesso piano.

 

A differenza di quello che si può pensare, ciò non significa che le organizzazioni civiche non contano o non incidono nella realtà, producendo cambiamenti e rafforzando i cittadini nella tutela dei loro diritti. Significa solo che a tutto questo non viene dato il giusto significato politico. E’ come se ci fosse a disposizione una nuova classe dirigente del paese, che sa fare le cose, che affronta i problemi, che si mobilita, ma che è fuori dal gioco delle cose che contano, sia per mancanza di consapevolezza di sè, sia per gli ostacoli che incontra all’esterno.

 

Una immagine impietosa? Non crediamo. Semmai una buona pista di lavoro, assieme ai tanti altri dati che mette a disposizione l’indagine. Infatti uno dei limiti tipici del mondo dell’attivismo civico è la predominanza del “fare” rispetto all’attenzione verso la conoscenza e la riflessione interna e con gli altri. Conoscersi meglio è invece fondamentale per capire verso quale direzione andare. Un altro esempio: tra i punti debolezza rilevati dall’indagine viene indicata la struttura, vale a dire lo squilibrio nella leadership (prevalentemente maschile), il basso livello di risorse, le scarse relazioni con le altre organizzazioni, la difficoltà di comunicare. Grande capacità di impatto sulla società quindi, un ambiente favorevole all’impegno, valori fortemente condivisi, ma debolezza interna da superare, aumentando anche le proprie ambizioni e superando una logica da “nicchia”.

 

Per diffondere i risultati della ricerca Cittadinanzattiva ha deciso di promuovere al livello nazionale e locale un ciclo di presentazioni dell’indagine che servano proprio per aprire un dialogo sui contenuti del CSI tra le organizzazioni civiche, gli interlocutori istituzionali e del mondo delle imprese, i media e i cittadini. E’ un modo per conoscerci meglio!

 

Teresa Petrangolini

Segretario generale di Cittadinanzattiva

 

Redazione Online

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