I cittadini sono fortemente preoccupati per il presente e per il futuro del nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e per la reale garanzia del Diritto alla Salute previsto dalla nostra Carta Costituzionale.
In questi ultimi anni, infatti, abbiamo assistito a politiche economiche basate prevalentemente sul contenimento e il definanziamento della spesa pubblica, e in questo senso la Sanità è il settore che ha dato di più, in realtà troppo.
Tagli lineari alle risorse del Fondo Sanitario Nazionale, riduzione dell’offerta dei servizi socio-sanitari, aumento dei ticket e super aliquote, rappresentano le principali misure, poco originali e per nulla condivisibili, adottate negli ultimi anni dai diversi Governi che si sono succeduti.
Gli effetti di questa strategia sono davanti agli occhi di tutti noi.
Si attesta ad oltre 35.000 milioni di euro il taglio al Fondo Sanitario Nazionale per gli anni 2012 – 2015, e nella prima volta nella storia nel 2013 potremo contare su minori risorse in valori assoluti rispetto al 2012, non riuscendo a coprire neanche l’inflazione. Una scelta a dir poco “antieconomica” visto che il comparto sanità è un settore in “attivo”, in grado di produrre oltre l’11% del nostro PIL, e di assorbirne solo il 7,1%.
Alla chiusura di ospedali e alla riduzione lineare dei posti letto, non è seguita, tranne rare eccezioni, la contestuale riconversione delle strutture e il potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale, lasciando il cittadino in un vero e proprio “vuoto assistenziale”. Ne sono state messe in atto azioni concrete volte alla riduzione “selettiva” degli sprechi e delle inefficienze, nonché al contrasto del fenomeno della corruzione in sanità.
L’italia continua ad essere tra i Paesi europei che investono meno risorse del proprio PIl in prevenzione, nonostante sia la ricetta per la sostenibilità del SSN condivisa da tutti.
L’equità e l’uniformita di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale è ormai per i cittadini una vera e propria “utopia”, oltre al fatto che i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono stati praticamente ridefiniti a ribasso attraverso la riduzione ormai insostenibile delle risorse economiche a disposizione. Lo stesso Ministero della Salute segnala ormai da qualche anno che i LEA non sono garantiti in molte Regioni italiane.
E’ stata completamente lasciata al palo la strategia della programmazione sanitaria, particolarmente importante per la gestione e la presa in carico delle persone con patologie croniche e rare.
Due dati su tutti:
- risale al 2006 l’ultimo Piano Sanitario Nazionale 2006-2008;
- risale al 2009 l’ultimo Patto per la Salute 2010-2012: accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema.
La realtà vissuta ogni giorno dai cittadini è quella di una vera e propria erosione del nostro SSN, con un ruolo del servizio pubblico sempre più marginale, a tutto vantaggio di quello privato, al contrario sempre più concorrenziale a causa dell’aumento vertiginoso dei ticket sanitari. Per curarsi i cittadini sono chiamati a mettere mano sempre più alle proprie tasche, soprattutto in quelle Regioni con servizi sanitari quali-quantitativi inferiori.
Ora è indispensabile invertire la rotta. Dopo i molteplici sacrifici richiesti ai cittadini in questi ultimi anni è necessario iniziare a restituire loro quella parte del Diritto alla Salute che gli è stato sottratto, partendo innanzitutto dagli impegni, ancora una volta disattesi, previsti all’interno del recente Decreto-Legge 158/2012 (Decreto Balduzzi).
Proprio per questo nei prossimi 100 giorni del nuovo Governo chiediamo al nuovo Ministro della Salute e al Parlamento tutto di:
- dare subito attuazione su tutto il territorio nazionale all’articolo 1 del Decreto Balduzzi relativo al “riordino dell’assistenza territoriale”, con particolare riguardo alla nuova organizzazione dei servizi territoriali di assistenza primaria: Aggregazioni Funzionali Territoriali e Unità Complesse di Cure Primarie. I cittadini hanno bisogno di assistenza sul territorio h24, 7 giorni su 7, a partire dai medici di famiglia, e non vedersi invece costretti a ricorrere all’ospedale (unico punto di riferimento stabile). Il Decreto prevede la scadenza del 10 maggio 2013 per l’attuazione dei principi richiamati nell’articolo, ma ad oggi tutto e’ ancora completamente fermo;
- dare subito attuazione all’articolo 5 del Decreto Balduzzi il quale “al fine di assicurare il bisogno di salute, l’equità nell’accesso all’assistenza, la qualità delle cure…..”, prevede già entro il 31 dicembre 2012 l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), con particolare riferimento alla revisione dell’elenco delle malattie croniche esenti dal pagamento del ticket e alla revisione dell’elenco delle malattie rare esenti dal pagamento del ticket. Inoltre lo stesso articolo prevede entro il 31 maggio 2013 l’aggiornamento del Nomenclatore Tariffario delle Protesi di cui al Decreto del Ministro della Sanità del 27 agosto 1999 n. 332. Questi impegni ad oggi sono ancora tutti disattesi e i cittadini non possono attendere oltre;
- avviare subito un tavolo di confronto con le Organizzazioni civiche di tutela del diritto alla salute per definire una proposta alternativa all’entrata in vigore nel 2014 degli ulteriori ticket sanitari. Un nuovo aumento della compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini provocherebbe un effetto negativo sulla salute e sui redditi dei cittadini, nonché sulle casse del SSN.
Tonino Aceti, Responsabile del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici (CnAMC)