Due esempi di buone pratiche: a Roma e a Firenze i detenuti sono stati impiegati in attività lavorative per favorire la loro inclusione sociale. A Roma, saranno impiegati per la pulizia e il decoro delle aree verdi, grazie ad un accordo in Campidoglio per il progetto “Lavori di pubblica utilità e recupero del patrimonio ambientale”, con il coinvolgimento dei detenuti della Casa circondariale di Rebibbia.
A Firenze, invece, nel carcere Solliccianino, entro due mesi saranno attivi due call center per prenotazioni sanitarie in cui lavoreranno dieci detenuti. Quest’ultimo progetto è il frutto di un accordo tra Regione e Amministrazione penitenziaria con l’intento anche di favorire il futuro inserimento lavorativo nei call center e negli sportelli amministrativi delle sedi Asl.
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