Mezzo punto percentuale che in valore assoluto rappresenta il 25% della spesa in meno sulla scuola. E’ ciò che emerge nel DEF presentato il 6 aprile dal Presidente del Consiglio. La motivazione data da Draghi è da ricercare nel calo demografico, tuttavia si fa fatica a pensare che nel 2025, data di entrata in vigore della misura riduttiva, ci sarà un calo del 25% degli studenti. La motivazione è legata alla previsione che in futuro i costi dei sistemi pensionistici e dell’assistenza sanitaria aumenteranno, per cui gli investimenti devono essere concentrati lì. Secondo la tabella delle previsioni di spesa: nel 2020 la spesa per l’istruzione è stata pari al 4% del totale; scenderà al 3,5% nel 2025; dovrebbe mantenersi intorno al 3,4-3,5% negli anni successivi.
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