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Dopo giorni di stallo il Viminale ha acconsentito all’attracco al porto di Catania della navi umanitarie Geo Barents di Medici Senza Frontiere e della tedesca Humanity 1 dell’ong SOS-Humanity, ma non ha permesso a tutti i naufraghi di scendere a terra. Solo ai migranti considerati fragili, alle donne ed ai minori è stato permesso di sbarcare, mentre rimangono ancora bloccate sulle navi 249 persone, definite come un “carico residuale” ed esortate, con apposito decreto, a tornare indietro.

Ma indietro dove? In mare aperto? E’ illegittimo far sbarcare esclusivamente alcuni dei naufraghi e respingere indistintamente tutti gli altri al di fuori delle acque territoriali nazionali: lo sbarco c.d. selettivo si configura infatti, oggettivamente, come una forma di respingimento collettivo vietato dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo; un’ attività per la quale l’Italia è già stata condannata in passato. Nelle operazioni di soccorso in mare tutti i naufraghi sono persone vulnerabili e l’ordine del Governo italiano di riportare i naufraghi in mare aperto viola i diritti umani. Leggi di più

Valentina Ceccarelli

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