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Il Garante per la protezione dei dati personali blocca ChatGPT, un software di intelligenza artificiale, per mancato rispetto della normativa in materia di privacy. L’Autorità ha infatti aperto un’istruttoria verso l'azienda che ha realizzato il chatbot, in grado di riprodurre conversazioni testuali e simulare conversazioni umane, contestando la raccolta illecita dei dati degli utenti italiani. Il Garante comunica che non è stata fornita alcuna informazione agli utenti in merito ai dati personali e cosa ancor più importante ribadisce che non vi è alcuna base giuridica che giustifichi la raccolta dei dati personali dei propri utenti.

Nonostante il servizio dell’applicazione si rivolga a utenti maggiori di 13 anni, il Garante sottolinea come l’applicazione sia sprovvista di un adeguato meccanismo di verifica per l’età esponendo tra l’altro i giovani a contenuti non adeguati. ChatGPT deve comunicare entro 20 giorni le azioni impiegate al Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.

In un incontro tra il Garante e OpenAI del 5 aprile, quest'ultima  si è impegnata a rafforzare la trasparenza nell’uso dei dati personali degli interessati, i meccanismi esistenti per l'esercizio dei diritti e le garanzie per i minori e ad inviare al Garante entro oggi un documento che indichi le misure che rispondano alle richieste dell’Autorità.
Il Garante si riserva di valutare le misure proposte dalla società, anche riguardo al provvedimento adottato nei confronti di OpenAI. 

Naissa Niyaoui

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