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Il Centro di accoglienza allestito dall'Italia in Albania è pronto ad ospitare i primi migranti, almeno 400 persone nella prima fase. È partita dall’Italia la prima nave della Marina con il primo gruppo di persone migranti destinati ai nuovi centri di accoglienza. Sulle persone a bordo, soccorse in mare, è stato fatto un primo screening per verificare che abbiano i requisiti previsti per l’accoglienza nei centri, ovvero provenienza da Paesi sicuri, maschi e non vulnerabili. I centri in Albani sono due, uno a Shengjin dove è stato allestito un hotspot per l'identificazione e l'altro a Gjader, dove sono state approntate tre strutture, un centro per il trattenimento di richiedenti asilo (880 posti), un Cpr (144 posti) ed un penitenziario (20 posti).

La loro costruzione rappresenta uno dei punti fondamentali dell'accordo tra Roma e Tirana e, secondo il Governo, si tratta di una soluzione che punta a contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere solo chi ha diritto alla protezione internazionale. Ma la realtà appare diversa, come contestato già da tantissime organizzazioni: l’ennesimo caso di esternalizzazione delle procedure di asilo, di trattenimento e di rimpatrio dove il profitto viene prima di qualsiasi diritto umano. I centri assumono la forma simile a un lager dove, a seguito della detenzione amministrativa, le persone migranti sono private della libertà personale e soggette a continue e persistenti violazioni dei diritti.

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Valentina Ceccarelli

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