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Quello del giovane ventiquattrenne, che si è tolto la vita nel carcere di San Donato a Pescara, è l’ultimo di una serie di suicidi avvenuti negli istituti penitenziari italiani, ben dodici dall’inizio dell’anno. Altre due suicidi erano avvenuti pochi giorni fa in Toscana, a Firenze e Prato. Una situazione che non può continuare e segno evidente di un malessere, ormai estremo, che vive il sistema penitenziario italiano, tra sovraffollamento, strutture fatiscenti, carenza di assistenza e di risorse, ma soprattutto mancanza di percorsi rieducativi e di reinserimento.

La necessità di garantire i diritti umani anche all’interno degli istituti penitenziari, la lotta contro le condizioni di violenza e degrado nelle carceri e il fondamentale obiettivo di trasformare la pena in un’occasione di reinserimento sociale sono le priorità a cui si deve dare ascolto. “Se questo stillicidio non viene interrotto, saremo tutti complici”: queste le parole del Garante regionale della Toscana a commento dei fatti avvenuti. Leggi di più

Valentina Ceccarelli

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