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Nel 2024 la Corte Costituzionale, con una storica decisione, aveva riconosciuto e tutelato con il diritto all’affettività in carcere, dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’art. 18 dell’ ordinamento penitenziario, nella parte in cui non prevede che la persona detenuta, quando non ostino ragioni di sicurezza o giudiziarie, possa essere ammessa a svolgere i colloqui con il coniuge, la parte dell’unione civile o la persona con lei stabilmente convivente, senza il controllo a vista del personale di custodia.

A distanza di oltre un anno dalla pronuncia della Consulta, arriva finalmente il primo concreto segnale dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, che apre definitivamente la strada alla possibilità di concedere colloqui intimi negli istituti penitenziari. Si tratta di un vero e proprio diritto soggettivo fondamentale delle persone detenute che viene finalmente “sancito” anche da apposite Linee guida diffuse dal Dap. L'intenzione di garantire l'affettività si scontra però anche con la carenza di luoghi idonei quindi, purtroppo, non sarà un diritto per tutti: gli spazi adibiti saranno prossimamente disponibili solo in 32 strutture e si partirà negli istituti di Brescia, Trento, Civitavecchia, Bologna, quello di Secondigliano a Napoli e di Sollicciano a Firenze. Leggi di più

Valentina Ceccarelli

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