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Si continua a morire in mare e si continua a parlare degli sbarchi e dell’immigrazione come di un’emergenza-urgenza. Esiste un problema di fondo, che riguarda il sistema di accoglienza messo in atto e gestito in Italia: parliamo dei cosiddetti CAS, i Centri di accoglienza straordinaria che oggi sono almeno 3100 in tutto il Paese ed affidati con bandi annuali o biennali o anche con affido diretti nei casi più urgenti dalle singole Prefetture territoriali al singolo gestore. Tali strutture sono sempre più nell’occhio del ciclone della società civile perché varie sono le segnalazioni di situazioni opache, prive di trasparenza e lesive dei diritti umani. Si tratta di un sistema ibrido, in cui i CAS rappresentano la regola e non l’eccezione.

Proprio da questa constatazione, nasce e si sviluppa la campagna inCAStrati, promossa da Cittadinanzattiva, LasciateCIentrare e Libera, finalizzata a promuovere un’operazione trasparenza sulla gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo in Italia ed a sviluppare forme di controllo civico diffuso sul sistema della cosiddetta accoglienza straordinaria. Il recente rapporto InCAStrati parla chiaro: manca attualmente un elenco pubblico delle strutture, della loro ubicazione e di chi le gestisce, degli enti gestori, di informazioni inerenti gare, convenzioni, rendicontazioni, esiti delle attività di monitoraggio sui servizi erogati. Per il capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione i CAS avrebbero vita breve: la loro chiusura è uno degli obiettivi a cui tendere nel medio termine. Sarà proprio così?  Approfondisci la notizia su www.vita.it e scarica il report inCAStrati

Valentina Ceccarelli

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