23 associazioni hanno organizzato la protesta contro il progetto di delibera della commissione ambiente della Regione Veneto che prevede una diversa zonizzazione per l’area. Un lunghissimo cordone ha così solcato i sentieri compresi tra la Conca dei Parpari fino a San Giorgio di Bosco Chiesanuova. Ora, alla vigilia, del trentennale dell’istituzione del parco, una opposizione trasversale si prepara a contrastare la votazione definitiva.

Parco della Lessinia in pericolo: a rischio 1700 ettari su 10.000. È di circa un quinto l’entità del “taglio” che la Commissione Ambiente della Regione Veneto ha deciso. E contro la misura il 26 gennaio scorso sono scese in campo 123 associazioni che, richiamando 7000 persone, si sono unite in una carovana solcando i sentieri tra la Conca dei Parpari nel Comune di Roveré Veronese fino a San Giorgio di Bosco Chiesanuova.

Una manifestazione pacifica che ha evidenziato la grande contrarietà che il progetto ha suscitato nella cittadinanza non solo locale ma dell’intera provincia. La protesta è stata silenziosa, senza bandiere, slogan o cartelli per rispettare l'ambiente e la natura ma anche al fine di non colorare politicamente il dissenso cittadino rispetto alla posizione di tre consiglieri regionali che hanno avviato l'iter legislativo per il taglio. A preoccupare notevolmente anche l’impatto venatorio che potrebbe riguardare aree fino ad oggi escluse da tale pratica in quanto protette. Il taglio peraltro arriverebbe proprio alla vigilia del trentennale della creazione del parco stesso. A rendere però più irto il sentiero della proposta di delibera sono giunte le motivazioni espresse dalle opposizioni in attesa del parere dell’Ente Parco e, per quanto riportato da fonti di stampa, l’ira del Presidente regionale Zaia che si dichiara estraneo alla genesi del provvedimento. La proposta di legge prevede che dall’area protetta vengano escluse 18 malghe e tre dei famosi ‘vaj’, aree preziose per la biodiversità, caratteristiche del Parco. 

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