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 borghi abbandonati fondazione sicilia premia gli studi di fattibilita

Vince un progetto su Salemi, menzione per gli interventi su Raccuja e Ucria, Savoca e Brolo.
Tra le menzioni anche Cittadinanzattiva con l'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, per il progetto “Noccioleti resistenti”

Ad aggiudicarsi il premio del Bando borghi abbandonati, promosso da Fondazione Sicilia nel 2019 per valorizzare quei centri altrimenti destinati a spopolamento e incuria, è il Dipartimento di architettura e design del Politecnico di Torino. Il progetto, però, riguarda Salemi e prende appunto il nome antico della cittadina trapanese: “Riabitare Alicia. Studio di fattibilità per la riqualificazione della città antica di Salemi”.

Alla cerimonia di premiazione sono intervenuti il presidente di Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, il coordinatore regionale di “Borghi più belli d'Italia”, Salvatore Bartolotta, l'urbanista e docente dell'università di Palermo, Maurizio Carta, e il presidente dell'associazione italiana di Architettura e critica, Luigi Prestinenza Puglisi.

Quello su Salemi è uno studio di fattibilità che parte anche dalle ferite del territorio: da quel terremoto del Belice che nel 1968 lo devastò profondamente. Oggi l'impegno è la riqualificazione del centro storico attraverso spazi da adibire alla cultura e alla ricerca senza dimenticare la vocazione agricola del luogo. Tentando anche un'operazione di recupero dell'importante patrimonio immobiliare in stato di degrado, anche attraverso micro-innesti in grado di dialogare con i ruderi.

Tutte e tre le menzioni al merito riguardano, invece, territori del messinese.

Si chiama “Noccioleti Resistenti. Strategie per la rinascita culturale ed economica delle comunità dei borghi” il progetto che insiste su Raccuja e Ucria, due abitati in provincia di Messina, circondati dai boschi e inclusi nel parco regionale dei Nebrodi.

A firmarlo è il Dipartimento di architettura e territorio dell'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria. L'idea che ruota attorno al progetto è la valorizzazione di un territorio di grande bellezza, che ha la sua identità nei noccioleti e nella produzione delle nocciole.

Un'attività fonte di sostentamento economico in un passato non troppo lontano. L’ipotesi è che intorno a una produzione agricola di altissima qualità e fortemente radicata si possano collegare attività collaterali come trasformazione, degustazione e vendita, per creare un indotto turistico. Approfondisci

Raniero Maggini

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