Poste Italiane ha siglato un accordo con le Associazioni dei Consumatori che istituisce una procedura di Conciliazione dedicata ai propri Clienti, sottoscrittori delle quote del Fondo Obelisco, che versano in comprovate situazioni di particolare disagio economico e/o di salute, in base ai seguenti criteri indicati nel regolamento di conciliazione:
Possesso «carta Acquisti» (c.d. Social Card) versione 2018 e 2019; Perdita lavoro (licenziamento o Cassa Integrazione o chiusura Partita IVA) + reddito imponibile di entro i 35 mila euro ovvero patrimonio mobiliare inferiore ai 100 mila euro; Invalidità al 100% Indennità di accompagnamento Patologie gravi; Residenti nei comuni interessati dal sisma 2016; Residenti nel comune di Genova interessati dal crollo del ponte Morandi.
Alla procedura potranno far ricorso solamente i suddetti Clienti aventi i requisiti per partecipare all’Iniziativa di Tutela (aver sottoscritto le quote del Fondo Obelisco in fase di collocamento e per il tramite di Poste Italiane e averle mantenute continuativamente fino al 31 dicembre 2018 presso Poste Italiane, direttamente o tramite i propri eredi) che, al 31 dicembre 2018, risultavano avere un’età anagrafica inferiore a 80 anni. Per questi clienti è previsto il pagamento del “Bonus Compensativo” invece che la sottoscrizione della Polizza.
Dal prospetto del regolamento risulta che le domande di Conciliazione dovranno essere presentate entro il 31/03/2020.
Ma cerchiamo di fare un passo indietro per spiegare come e perché si è giunti a questa soluzione.
Il Fondo Obelisco, istituito nel 2015, nasceva come fondo comune di investimento immobiliare “a raccolta”, con una durata iniziale di dieci anni, da utilizzare per acquistare un pacchetto immobiliare.
L’operazione, nel complesso, sarebbe dovuta risultare redditizia: le quote del fondo sono state collocate ad un prezzo nominale di € 2500 presso il pubblico con un rendimento obiettivo del 5.5 % l’anno. Eppure, l’unico, scarso incasso che gli investitori hanno intascato è pari a € 300. Ciò significa che la differenza negativa rispetto all’investimento iniziale, per ciascuna quota, è quantificabile in 2.200,00 euro, pari al 88,00% dell’investimento iniziale.
Le Poste Italiane si sono attivate per far recuperare agli investitori la perdita subita a condizione che questi abbiano acquistato le quote al momento del collocamento e che le abbiano mantenute nel deposito titoli delle Poste, senza venderle né trasferirle, fino al 31/12/2018 (cioè fino alla data di liquidazione del fondo).
L’iniziativa delle Poste si differenzia a seconda che, alla data del 31 dicembre 2018, il cliente risulti avere un’età anagrafica inferiore o superiore a 80 anni. Approfondisci