Dal 2014 la Commissione europea monitora i progressi compiuti dagli Stati membri nel settore digitale e pubblica relazioni annuali sull'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI). Questo indice traccia i progressi compiuti negli Stati membri dell'UE in materia di competitività digitale nei settori del capitale umano, della connettività a banda larga, dell'integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese e dei servizi pubblici digitali. La relazione DESI 2021 presenta principalmente i dati del primo o del secondo trimestre del 2020 ed i dati non tengono conto dell'effetto della COVID-19 sull'uso e sull'offerta di servizi digitali, né dei risultati delle politiche attuate nel frattempo, che saranno visibili nell'edizione 2022.
Tutti gli Stati membri dell'UE hanno fatto registrare progressi nel settore della digitalizzazione: l'Italia per esempio quest'anno si colloca così al 20° posto fra i 27 Stati membri dell'Unione Europea rispetto al 25° posto occupato nella precedente edizione.
Il DESI 2021 è stato adeguato per riflettere le principali iniziative strategiche che definiscono le ambizioni dell'Europa per quanto riguarda il digitale e gli indicatori sono ora strutturati in base ai quattro settori principali: competenze, infrastrutture, trasformazione digitale delle imprese e digitalizzazione dei servizi pubblici.
Da una prima lettura dei risultati del settore capitale umano per esempio, emerge che in Italia solo il 42 % delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede almeno competenze digitali di base (56 % nell’Ue). Per quanto riguarda la sanità elettronica, il fascicolo sanitario elettronico è operativo in tutte le Regioni ed è stato attivato dalla grande maggioranza dei cittadini, tuttavia il livello di utilizzo sia tra i cittadini che tra gli operatori sanitari varia notevolmente su base regionale.
Anche la percentuale di utenti online italiani che utilizzano servizi di amministrazione online (e-government) è aumentata dal 30 % nel 2019 al 36 % nel 2020, ma è ancora nettamente al di sotto della media UE.