La legislatura appena conclusa ha lasciato irrisolto il grande tema delle carceri e l’intervento di riforma è ancora in attesa del via libera definitivo. La scelta politica del governo di non approvare il testo prima delle elezioni ha finito per complicare tutta la vicenda e il mancato inserimento dei decreti legislativi attuativi della riforma penitenziaria nei lavori delle commissioni speciali mettono a rischio l'iter. E nel frattempo la situazione carceraria registra un netto peggioramento: solo durante i primi tre mesi dell’anno nelle carceri italiane si sono registrati circa dieci suicidi e il numero dei detenuti continua a crescere.
Oggi restano dietro le sbarre in 58.223, quasi diecimila in più rispetto ai 50mila posti disponibili. E così il sistema torna a vivere condizioni drammatiche, mentre la riforma potrebbe intervenire proprio su questo aspetto, con il duplice effetto di favorire l’estensione delle misure alternative, diminuendo il sovraffollamento, e di allinearsi al dettato costituzionale e alla finalità rieducativa della pena.