Lo scorso autunno l’Antitrust aveva multato per quasi 1 milione di euro il Consiglio Nazionale Forense (CNF) per aver ristretto la concorrenza del mercato, limitando l'autonomia degli avvocati in materia di compensi professionali, per la reintroduzione delle tariffe minime e per l’adozione di un parere contrario alla pubblicizzazione online dell’attività degli avvocati. Lo scontro torna ora ad infiammarsi perché, nonostante l’Authority avesse, sempre nello stesso provvedimento, ordinato al Consiglio di assumere tutte le misure atte a porre fine all’ infrazione accertata, dandone adeguata comunicazione entro il 28 febbraio 2015 e diffidato l’Ente dal porre in essere in futuro comportamenti analoghi a quello oggetto dell’infrazione, il CNF sembra non aver fornito alcuna risposta alle sollecitazioni imposte.
Ma non è tutto qui. La lente d’ingrandimento dell’Antitrust si concentra anche sul nuovo codice deontologico forense, entrato in vigore il 15 dicembre scorso, che all’ art. 35 disciplina le modalità di utilizzo dei siti web a fini pubblicitari, prescrizioni che secondo l’Antitrust confermano ed inaspriscono le limitazioni introdotte dal CNF, reiterando così i comportamenti già sanzionati dalla medesima autorità.