In attesa del voto al Senato, l’aula della Camera ha approvato l'articolo 29 del disegno di legge sulla riforma del processo penale che delega il governo a riformare le norme in materia di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni. Si tratta del capitolo più spinoso che ha diviso i vari schieramenti politici. L’obiettivo dichiarato è quello di bilanciare meglio le norme, tutelando i tre profili costituzionali coinvolti: diritto alla privacy dei cittadini, diritto di cronaca dei giornalisti, segretezza delle indagini dei magistrati.
In seguito all’approvazione scompare l’udienza-filtro optando per la selezione di quelle intercettazioni rilevanti ai fini della custodia cautelare; passa invece la norma salva-iene: il nuovo delitto, punito con la reclusione non superiore a 4 anni, che colpisce chi diffonde il contenuto di conversazioni captate fraudolentemente per recare danno alla reputazione non riguarderà così chi esercita il diritto di cronaca. Approfondisci