“La nostra comunità è chiamata ad uno sforzo costante, dentro il quale dobbiamo pensare ad una "supplenza" diffusa per queste persone e per tutti quanti vengono inseriti nel lungo elenco delle cosiddette fasce deboli: senza dimora, anziani soli, utenti psichiatrici adulti e non, immigrati, bambini e donne in difficoltà, tossicodipendenti, handicappati fisici etc.. Una supplenza che, nel fare, dovrà mantenere alta - vogliamo ribadirlo con forza, per evitare fraintendimenti che non giovano in tempi così duri - l’attenzione contro ogni forma di prossimità potenzialmente contagiosa, rispettando rigorosamente, e in maniera assoluta, le disposizioni sanitarie. Possiamo, ad esempio, come supplenza, pensare alla distribuzione dei pasti non in luoghi chiusi ma raggiungendo per strada i clochard oppure riattivare via Tanucci (per docce e cambio di indumenti) facendo accedere un utente per volta e dotando il personale addetto di tutto il materiale di protezione necessario?
Possiamo pensare alla temporanea riconversione di strutture per ospitare, in sicurezza, i senza dimora? Sarà possibile attivare un coordinamento operativo cittadino (o altra forma utile ed efficace) che raggiunga quotidianamente - e per le diverse esigenze - gli anziani soli in casa, le famiglie con un componente con handicap o favorire con strumenti di comunicazione video, o altro, il rapporto con gli utenti dei Centri di Salute Mentale e così per altri gruppi di utenza a rischio?
Leggi il comunicato di Psichiatria Democratica