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Con l’avvento della pandemia sono diminuite le prestazioni ambulatoriali e specialistiche, cristallizzando disomogeneità e disuguaglianze regionali già in essere causate perlopiù dalle differenze organizzative messe in atto da ciascuna Regione in risposta all’emergenza sanitaria da covid-19.

Ci si è trovati davanti a una rinuncia forzata alle prestazioni sanitarie che di fatto ha messo in pericolo il diritto alla salute, soprattutto nella prima ondata per una incapacità del nostro servizio sanitario a rispondere alla domanda di cura dei cittadini affetti da patologie non Covid. Ora è tempo di agire per evitare il perdurare del fenomeno delle liste d’attesa per le prestazioni non covid, già nota dolente in era pre-pandemica, e garantire un equo accesso alle cure ai cittadini.

Per questo Cittadinanzattiva ha avviato un monitoraggio civico per capire come siano stati utilizzati i fondi messi a disposizione delle Regioni per garantire prestazioni sanitarie non erogate o rinviate a causa della pandemia ai pazienti “non Covid”.

E’ quanto evidenziato all’interno dell’evento del 23 settembre scorso dal titolo “Diagnosi e terapie: come riaprire le porte dell’accesso al SSN?” promosso da Egualia, in cui è intervenuta Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva.
Durante l’evento è stata presentata la relazione il lavoro realizzato da Cittadinanzattiva “Cittadini e Cura delle Cronicità: come ricostruire l’accesso ai servizi e alle terapie nel post pandemia”

Scarica qui il Report completo “Cittadini e Cura delle Cronicità: come ricostruire l’accesso ai servizi e alle terapie nel post pandemia”

Claudia Ciriello

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