Sono già quasi 10mila le firme raccolte dalla petizione, lanciata da un preside di Genova e da molte associazioni che lavorano nella scuola, per chiedere l'abolizione dei compiti a casa.
Del tema si discute da anni, fra chi ne sostiene l'utilità e chi invece pensa sia un sovraccarico inutile per gli studenti soprattutto per quelli che seguono il tempo pieno; alcuni Rapporti dell'Ocse dimostrano anche che, a fronte di un maggior numero di ore di studio seguite a casa dai ragazzi italiani, non migliorano i risultati ottenuti nelle prove internazionali rispetto agli altri studenti europei.
"I compiti sono dannosi - spiega il dirigente scolastico Maurizio Parodi, promotore della campagna - perché procurano disagi, sofferenze soprattutto a bambini e ragazzi già in difficoltà, suscitando odio per la scuola e repulsione per la cultura, oltre alla certezza, per molti studenti “diversamente dotati”, della propria «naturale» inabilità allo studio; e sono discriminanti: avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti, penalizzano chi vive in ambienti deprivati". Leggi l'intervista su OrizzonteScuola.it.