Attese fino a 8 ore, organizzazione del servizio non efficiente, scarsa informatizzazione ma soddisfazione per la professionalità e umanità degli operatori sanitari che lavorano nei Day Hospital onco ematologici e per la qualità complessiva dei servizi erogati. E’ questo il quadro che emerge dal monitoraggio su 46 day hospital onco ematologici promosso da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, in collaborazione con AIL, presentata oggi a Roma e realizzata grazie al sostegno non condizionato di Roche.
“Troppe volte abbiamo sentito ripetere che il paziente deve essere messo al centro. La ricerca di oggi conferma le segnalazioni che riceviamo quotidianamente, e dimostra ancora una volta che c’è tanta strada da percorrere. A partire dall’uso delle tecnologie”, dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. “Nel XXI secolo non si può accettare che piattaforme vengano utilizzate solo per le prenotazioni, senza sfruttarne a pieno le potenzialità. Ma in generale è l’organizzazione del servizio che emerge come ripiegato su proprie necessità e non su quelle dei pazienti.
Attese inutili e facilmente riducibili, scarso rispetto della qualità di vita dei pazienti, rinvio da uno specialista ad un atro, poca informazione sono facce diverse dello stesso problema, cioè la distanza che ancora esiste perché il paziente si senta messo al centro. Le organizzazioni dei cittadini possono rappresentare il valore aggiunto nella soluzione delle difficoltà emerse”.
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