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Con il focolaio scoperto a Codogno a fine febbraio 2020, l’Italia è stato il primo Paese europeo ad essere colpito dalla pandemia da Covid-19, un’emergenza senza eguali nella storia contemporanea, fronteggiata in totale assenza di esperienze pregresse e di procedure consolidate e in condizioni di forte carenza di risorse sanitarie da mettere in campo.

A distanza di tre anni, lo scenario attuale è fortemente mutato. I dati dei nuovi casi e dei decessi per Covid-19, pubblicati dall’Istituto Superiore Sanità, continuano a diminuire, così come nel resto dell’Europa, secondo l’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control).

La bassa incidenza dei casi e l’alta immunizzazione (in tanti si sono sottoposti ai vaccini anti-Covid e hanno avuto l’infezione da Sars-Cov-2) hanno portato oggi a una fase di “convivenza” con il virus, grazie anche ad una maggiore capacità di gestione della malattia.

L’OMS in data 5 maggio ha decretato che il COVID-19 non costituisce più un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale (Public Health emergency of International Concern, PHEIC), ma la pandemia sembrava finita già da tempo.

Eppure per un’ampia fascia di popolazione può rappresentare ancora una minaccia: sono i pazienti fragili, le persone con patologie e con altre condizioni preesistenti ad essere esposti a maggiori fattori di rischio e a un decorso più grave della malattia. Cardiopatie, diabete e insufficienza renale cronica sono significativamente più frequenti e numericamente più consistenti fra i pazienti Covid-19 deceduti, rispetto alla popolazione generale, secondo i dati disponibili in Italia.

La popolazione anziana è stata anche quella maggiormente colpita dall’infezione, con un’età media dei pazienti deceduti pari a 80 anni e molti presentavano patologie croniche pregresse.

Inoltre, tra gli effetti che può lasciare la malattia c’è anche il “Long COVID”, quella condizione dei pazienti che, dopo più di quattro settimane dalla malattia e nonostante la negativizzazione del tampone, continuano a riportare i sintomi riconducibili all’infezione.

È in questo scenario in continua evoluzione che si inserisce il programma BE A.W.A.R.E (Be Active citizens for Widespread Awareness, infoRmation and Education) di Cittadinanzattiva, che grazie all’apporto di competenze ed esperienze da parte della comunità scientifica, dei professionisti e degli operatori sanitari e delle Associazioni di pazienti prevede la realizzazione di:

- una campagna social di informazione e sensibilizzazione (con diffusione a livello europeo);

- un ciclo di workshop informativi rivolti ai pazienti e alla popolazione generale (webinar/eventi in presenza);

-un’attività di tutela, con un indirizzo e-email dedicato Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

È importante continuare a monitorare l’evoluzione del COVID-19, non dimenticare quanto abbiamo imparato in questi anni mantenendo uno sguardo attento alle persone più fragili, maggiormente esposte a infezioni e complicanze.

L’obiettivo del programma è offrire informazione per accrescere la consapevolezza della popolazione generale sui rischi per le persone con fragilità, con una o più patologie preesistenti, immunodepresse o con specifiche condizioni di sviluppare anche forme severe di COVID-19

*Campagna vaccinale per la stagione autunnale/invernale 2023/2024 anti - COVID-19.

Riparte la campagna vaccinale anti-Covid-19. Sarà possibile effettuare il vaccino, aggiornato per le nuove varianti in concomitanza ad altri vaccini (ad esempio vaccino anti-COVID-19 e anti-influenzale nella stessa seduta). Il vaccino viene somministrato in una unica dose ed è efficace per 12 mesi.
Potrà essere fatto se sono trascorsi 6 mesi dall’ultima dose di vaccino anti-COVID-19 ricevuta o dall’ultima positività (attestata dal test positivo).
Anche chi non si è mai vaccinato può fare il vaccino. 

La vaccinazione è offerta a gruppi di persone fragili (persone con patologia o che presentano specifiche condizioni):

  • Persone di età pari o superiore a 60 anni; 
  • Ospiti delle strutture per lungodegenti; 
  • Donne in gravidanza (in qualsiasi trimestre), nel periodo “postpartum” e in allattamento; 
  • Operatori sanitari e sociosanitari; studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione; 
  • Persone dai 6 mesi ai 59 anni di età con elevata fragilità (affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave);
  • Familiari, conviventi e caregiver di persone con gravi fragilità.

 

In fase di avvio della campagna e consentire l'approvvigionamento dei vaccini presso i centri vaccinali, medici di famiglia e farmacie, la vaccinazione, pur essendo raccomandata per tutti i gruppi di persone indicati, sarà prioritariamente somministrata:

  • Alle persone di età pari o superiore a 80 anni; 
  • Agli ospiti delle strutture per lungodegenti; 
  • Alle persone con elevata fragilità, in particolare persone immunodepresse (marcata compromissione del sistema immunitari);
  • Agli operatori sanitari e sociosanitari.  

Vaccinazione in ETA' PEDIATRICA 

Anche ai bambini con elevata fragilità (affetti da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave) è raccomandata la vaccinazione a partire dai 6 mesi di età. Per i bambini dai 6 mesi ai 4 anni (compresi) che non hanno completato un ciclo primario di vaccinazione anti‑COVID‑19 o che non hanno mai avuto la COVID-19 sono previste 3 dosi: la seconda dose potrà essere somministrata a 3 settimane dalla prima e la terza dose a 8 settimane dalla seconda. 

Per approfondimenti Circolare ministeriale

 

 

Il progetto Be A.W.A.R.E. è sostenuto da una sovvenzione di Pfizer Inc.

 

 

  

Redazione Online

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