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areeinterne

Si è conclusa la fase pilota del progetto “L'accesso ai servizi bancari nelle aree interne” che Cittadinanzattiva e UniCredit hanno realizzato in partnership nell’ambito di “Noi&UniCredit”, l’accordo di collaborazione fra l’istituto e 14 Associazioni dei Consumatori di rilevanza nazionale a cui Cittadinanzattiva partecipa fin dal 2005.
Questa prima fase del progetto ha coinvolto le aree interne del Matese (Campania), Valnerina (Umbria) e Alta Carnia (Friuli Venezia Giulia), con l’obiettivo comune di rafforzare la digitalizzazione, la consapevolezza finanziaria e l’imprenditorialità delle aree del paese significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità).
Il progetto ha previsto: - la creazione di una rete di facilitatori, che a seguito di un’adeguata formazione sui temi bancari e finanziari, sono diventati il punto di riferimento su questi temi per i residenti delle aree interne e limitrofe; - un ciclo di seminari di educazione digitale, finanziaria e sviluppo dell’autoimprenditorialità rivolti a cittadini e micro imprenditori, resi possibili grazie al contributo della “Social Impact Banking” di UniCredit attraverso i propri contenuti formativi e le competenze di dipendenti della Banca e di volontari UniGens; - la realizzazione di una indagine per comprendere e monitorare i bisogni delle popolazioni residenti nei tre territori.


Al questionario hanno risposto oltre 1.500 cittadini egualmente distribuiti tra uomini (48%) e donne (52%), e con un’età compresa fra i 18 e i 50 anni per il 52%. Il 41% degli intervistati definisce “area interna” il territorio in cui vive, a fronte di un 26% e di un 23% che lo definisce, rispettivamente, “rurale” o “isolato”. Il 61% afferma di conoscere cosa sia un’area interna, ma il 77% non è a conoscenza dell’esistenza di una Strategia nazionale dedicata alle stesse e l’83% non è stato in alcun modo coinvolto nel processo della Strategia nazionale relativo alla propria area di appartenenza.
Alla domanda se negli ultimi 5 anni siano diminuiti i servizi offerti nel territorio, la risposta è stata affermativa per il 71% degli intervistati, per i quali i servizi notevolmente diminuiti sono per il 24% relativi alla cura della salute, il 22% alla mobilità, il 17% all’istruzione. Viene poi segnalata la progressiva riduzione del numero di esercizi commerciali di vario genere (20%) e, in particolare, di
generi alimentari per il 9%. Infine l’8% dei cittadini segnala la diminuzione di sportelli bancari sul territorio.
Dalla survey emerge poi come l’evoluzione digitale del rapporto banca-cliente si avverta anche nell’aree interne: infatti se la modalità di accesso ai servizi bancari è lo sportello bancario nel 42% dei casi, dato che riflette una popolazione prevalentemente anziana di queste aree, il 32% degli accessi avviene invece on-line tramite il sito web (17%) o l’APP della banca (15%) direttamente dal
proprio smartphone o tablet. Sul fronte dei pagamenti digitali gli abitanti delle aree interne sono più pronti alla rivoluzione
digitale di quanto si potrebbe pensare. L’80% degli intervistati infatti, dichiara di possedere uno strumento di pagamento elettronico: in prevalenza carte di debito (46%) ma anche carte di credito (26%) e prepagate (16%). Sul fronte dei servizi erogati dalla propria banca gli intervistati evidenziano un buon grado di soddisfazione (l’88% degli intervistati afferma infatti di esserne soddisfatto o molto soddisfatto) e sottolineano l’importanza che le banche rispondano alle esigenze dei residenti fornendo un’informazione chiara e accessibile, e favoriscano educazione finanziaria e orientamento.

Approfondisci e scarica l'indagine.

 

Edoardo Rinaldi

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