“Abbiamo più volte e in diverse circostanze denunciato anche alla Magistratura l’utilizzo fraudolento del nostro nome, da parte di singoli o associazioni che, a vario titolo, hanno utilizzato il nome Cittadinanzattiva o l’espressione “cittadinanza attiva” per attività che nulla avevamo a che fare con noi. Il caso del politico ed avvocato Paolo Romeo è ancora più grave, vista la sua condanna per associazione mafiosa. Ma ribadiamo che non abbiamo mai avuto a che fare con lui, né lo stesso è mai stato aderente di Cittadinanzattiva, né a livello nazionale né a livello locale.
La stessa nostra sede regionale di Cittadinanzattiva Calabria ha più volte chiarito la questione, come riportato nella dichiarazione di maggio 2016 «l’organizzazione coinvolta ha usato abusivamente e senza avere titolo un nome da essa registrata e tutelata dalle norme su marchi e brevetti, precisa altresì che Domenico Pietropaolo non è presidente di Cittadinanzattiva Calabria e che non è mai stato aderente di Cittadinanzattiva Calabria. Si riserva di adire le vie legali per l’uso del nome».
Come si evince dal documento che alleghiamo, ed in particolare dal logo della carta intestata e dall’elenco delle associazioni indicate nel piè di pagina, l’audizione in Commissione Affari Costituzionali del Senato è stata richiesta dal Coordinamento delle associazioni di “cittadinanza attiva”. Tutt’altra cosa rispetto a noi dunque; la Presidente Anna Finocchiaro, chiamata a spiegare come sia stato possibile audire in Senato un personaggio indagato per associazione mafiosa, in una interrogazione mandata in onda anche nel corso della puntata di Presa diretta, ha riportato erroneamente il nome di Cittadinanzattiva come associazione richiedente l’audizione.