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Cittadinanzattiva e FISH su effetto decreto legge anticrisi su welfare: importante il riconoscimento dei diritti delle famiglie dei disabili a prestare assistenza. Grave il taglio di 800 milioni per la farmaceutica e l'appesantimento burocratico per le procedure di invalidità

Luci ed ombre quelle che Cittadinanzattiva (attraverso le sue reti Tribunale per i diritti del malato e Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici) e FISH hanno evidenziato in un documento inviato al Governo e al Parlamento in merito ad alcune delle misure contenute nel decreto legge "anticrisi".

Nel documento si esprime infatti un forte apprezzamento per l'abrogazione di quella norma che veniva considerata una vera e propria ingiustizia e che accoglie una specifica proposta avanzata dalle due organizzazioni. Finalmente  i lavoratori che assistono un familiare con handicap grave, sia con un permesso previsto dalla legge 104 che con il ricorso al congedo per due anni per lo stesso motivo, non vedranno più considerati questi periodi come "assenza", con conseguente decurtazione delle retribuzioni.

Forti invece le critiche nei confronti soprattutto di due aspetti. Il primo riguarda il taglio di 800 milioni di euro imposto per la spesa farmaceutica territoriale a partire dal 2010, in una situazione in cui invece erano già segnalate ed evidenti le difficoltà di accesso a farmaci  necessari ed insostituibili. "In questo quadro", scrivono Cittadinanzattiva e FISH, "ci saremmo augurati anziché un taglio ulteriore della spesa farmaceutica, un ri-orientamento delle risorse  risparmiate nel 2008 (11,6% di spesa effettiva nel 2008, contro il 14% previsto, per un valore di circa 2 miliardi e 472 milioni di euro) a favore di un innalzamento del tetto di spesa farmaceutica ospedaliera invece già sforato di quasi il doppio (4,2% contro il 2,4% previsto)". Chiediamo inoltre all'AIFA di coinvolgere le organizzazioni civiche nella programmazione farmaceutica vista l'attivazione di specifici tavoli, in cui, ad oggi, sono coinvolte solo organizzazioni mediche.

Il secondo aspetto critico riguarda le procedure per l'accertamento sanitario relativo allo stato di disabilità. Infatti, a fronte di una campagna promossa proprio per sottolineare le lungaggini del processo e le difficoltà dei cittadini ad avere una risposta definitiva in tempi accettabili (http://legge80.cittadinanzattiva.it), la nuova norma, di fatto, crea un ulteriore appesantimento burocratico. Attualmente, i cittadini attendono oltre un anno per ottenere  i"verbali" di invalidità e handicap, nonché ulteriori mesi per l'erogazione delle indennità economiche. La norma introdotta dal DL (articolo 20, comma 1) sebbene indichi l'integrazione delle Commissioni mediche delle ASL con un medico dell'INPS, non eliminano il secondo controllo previsto attualmente con un'altra Commissione INPS e in grado di dare validità effettiva alle valutazioni. Sarebbe invece necessario, secondo le due associazioni, che il primo accertamento, cioè quello effettuato dalle Asl con il concorso di un medico Inps, avesse valore definitivo. Questa semplificazione, che avrebbe un enorme effetto sulla vita dei cittadini, non altererebbe minimamente il sistema dei controlli previsto, ma, anzi, permetterebbe un considerevole risparmio di risorse dovuto alla duplicazione delle procedure introdotte dalle norme "anticrisi".

Redazione Online

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