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La presenza dei bambini piccoli nelle carceri al seguito delle madri detenute, costretti a trascorrere i primi anni di vita all’interno degli istituti penitenziari, è sempre stato un paradosso del nostro sistema, a lungo dimenticato e lasciato irrisolto. Per questo l’approvazione alla Camera dei Deputati della Proposta di Legge Siani, “in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori”, è una notizia straordinaria che ripaga l’impegno con cui da anni ci battiamo, in rete con altre organizzazioni della società civile, attraverso iniziative volte a tenere viva l’attenzione pubblica all’approvazione di misure efficaci per mettere fine in via definitiva al fenomeno dei bambini in carcere”, a dirlo Laura Liberto, coordinatrice nazionale Giustizia per i diritti – Cittadinanzattiva.

La proposta di legge appena licenziata dalla Camera recepisce molte richieste di Cittadinanzattiva, anzitutto riconoscendo finalmente centralità alla tutela della salute psico-fisica del minore come esigenza prioritaria rispetto a qualsiasi altra ragione o interesse pubblico, nella prospettiva indicata a più riprese dalla Corte Costituzionale e dalle convenzioni internazionali.

E’ una legge che interviene con scelte decise, tra cui: il divieto assoluto di custodia cautelare in carcere per le madri (o per i padri in via eccezionale) di bambini fino a 6 anni di età ed il ricorso alla custodia in ICAM come soluzione del tutto residuale; gli interventi in materia di rinvio dell’esecuzione della pena; e, soprattutto, la promozione delle case famiglia come modello del tutto alternativo alla detenzione e come luoghi costruiti sulla tutela della salute dei minori e del rapporto genitoriale. In questa stessa direzione si colloca, peraltro, la norma inserita nella legge di bilancio per il 2021, su iniziativa di Cittadinanzattiva e dell’associazione A Roma insieme Leda Colombini, che istituisce un fondo dedicato a finanziare l’accoglienza di genitori detenuti con bambini al seguito in case famiglia.  

Ora facciamo un appello al Senato – conclude Liberto – affinché l’iter parlamentare si completi entro la fine della legislatura per non vanificare questi tre anni di impegno ininterrotto e perché nessun bambino varchi più le soglie di un carcere”.

 

 

 

Ufficio Stampa

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