Cittadinanzattiva su scarcerazioni Bari: responsabilità individuali e collettive. Occorre la riforma delle sedi giudiziarie
"Un sistema al collasso che non conviene a nessuno, non agli operatori giudiziari, tantomeno ai cittadini". È questo il commento di Mimma Modica Alberti, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva in riferimento alla vicenda dei mafiosi scarcerati a Bari per il ritardo nel deposito della sentenza da parte del giudice per le udienze preliminari.
"In questa vicenda, se ci sono come appaiono responsabilità individuali sarà il Ministero ed il Csm ad accertarle. A noi sembra che ci siano responsabilità collettive e che non tutti abbiano fatto la loro parte: come mai infatti ci è accorti che la sentenza non è stata depositata solo ad avvenuta scarcerazione dei malviventi?", continua Mimma Modica Alberti. "D'altra parte i cittadini hanno ben chiare due questioni fondamentali: la prima è che non si devono rendere operativi i trasferimenti di magistrati, per cambio sede e/o a seguito di promozione, se non dopo aver chiuso tutti i procedimenti loro assegnati e sotto la diretta sorveglianza di chi ha la responsabilità generale. La seconda è l'urgenza di una riforma della geografia giudiziaria per dotare di organici adeguati le sedi più esposte al rischio della criminalità organizzata e, al contrario, eliminare gli sprechi partendo da uffici giudiziari piccolissimi e sostanzialmente inutili".
Per fare un esempio, il Tribunale di Lucera, che appartiene al distretto di Bari, ha soltanto 16 togati, al di sotto della soglia minima di 20 indicata dalla Commissione tecnica della spesa pubblica del Ministero del tesoro come necessaria perchè un ufficio giudiziario non lavori in perdita e non sia fonte di spreco. Ed in Italia abbiamo altri 36 tribunali con meno di 10 operatori e 96 con un organico inferiore a 20; di 164 procure solo 43 hanno più di 10 togati. "O si pone mano a questa situazione o si rischia che la nostra giustizia non garantisca più nessuno".