Lettera aperta di Cittadinanzattiva a Monti e Passera: "processi di liberalizzazioni urgenti. Favorire bisogni del consumatore, opportunità di risparmio e di crescita"
Questa mattina Cittadinanzattiva ha inviato una lettera aperta sul tema delle liberalizzazioni al Presidente del Consiglio Mario Monti, e al Ministro per le attività produttive Corado Passera. Riportiamo di seguito il testo.
"Cittadinanzattiva è da tempo fortemente convinta che alcuni processi di liberalizzazione siano ormai urgenti.
In questa situazione di crisi, diventa importante incidere sulle concentrazioni di potere economico e amministrativo, consentire a nuovi soggetti entranti di soddisfare i bisogni del consumatore, favorire opportunità di risparmio e di crescita. Riteniamo, infatti, che l’aumento della concorrenza in alcuni settori possa produrre efficienza e innovazione: in particolare, dalle liberalizzazioni, i cittadini consumatori si attendono un miglioramento della qualità dei beni e dei servizi erogati e/o una diminuzione dei prezzi e delle tariffe. Con un programma di liberalizzazioni saggio e coerente è probabile che alcuni settori, oggi ostaggio di monopoli od oligopoli, possano esprimere finalmente il loro potenziale diventando cruciali per la creazione di ricchezza nazionale. Inoltre, il miglioramento qualitativo di beni e/o servizi e la riduzione dei prezzi derivanti dai processi di liberalizzazione potranno generare influenze positive sull’economia e sulla vita quotidiana delle persone. Infine, vanno sottolineati gli effetti positivi che le liberalizzazioni possono avere sul mercato del lavoro, facilitando l'ingresso a molti giovani.La lettera della Banca Centrale Europea del 5 agosto 2011 rivolta al Governo italiano contiene delle precise raccomandazioni in tal senso. Nello specifico, richiede la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Da parte sua, la Banca d’Italia ha stimato che la piena liberalizzazione del settore dei servizi potrebbe far lievitare il PIL italiano addirittura di 11 punti, la metà dei quali negli anni immediatamente successivi l’apertura del mercato dei servizi.
Secondo l’Indice delle liberalizzazioni 2011 - calcolato dall’Istituto Bruno Leoni - il settore più liberalizzato è il mercato elettrico (72%), seguito da servizi finanziari (69%) e televisione (62%). I settori peggiori sono i servizi idrici (19%), autostrade (28%) e trasporti ferroviari (36%, in arretramento di cinque punti rispetto all’anno scorso a causa delle nuove restrizioni ai contratti nel trasporto regionale).
Per quel che riguarda gli altri settori, si segnalano i significativi passi avanti nel mercato del gas (62% rispetto al 55 del 2010) e nelle poste (47%). Modesti progressi si sono osservati nel fisco (56%) e nel trasporto aereo (62%, a fronte del 60 per cento dell’anno precedente). Infine, hanno guadagnato un solo punto la pubblica amministrazione (39%), il trasporto pubblico locale (44%) e le telecomunicazioni (42%). Da ultimo, sono rimasti stabili due settori: mercato del lavoro (60%), ordini professionali (47%).
Proprio nei giorni scorsi, infine, l’Autorità Antitrust è ritornata a sollecitare provvedimenti ad hoc con tutta la forza che le deriva dal suo osservatorio privilegiato.
In tale contesto, Cittadinanzattiva suggerisce alcune priorità:
- Farmacie. Necessario intervenire per la distribuzione dei farmaci di Fascia C con obbligo di ricetta medica anche attraverso la rete delle parafarmacie: ciò favorirebbe una riduzione dei prezzi e un miglioramento del servizio. Prevedere la possibilità di orario prolungato delle farmacie in particolare nelle grandi città. Aumentare il numero delle farmacie attualmente presenti, rivedendo lo strumento della pianta organica: in questo modo le stesse farmacie - che comunque continueranno ad avere circa il 90% del mercato del farmaco - avranno la possibilità di farsi un minimo di concorrenza sul prezzo, mentre un numero più ampio di giovani sarà nelle condizioni di avviare una farmacia.
- Ordini professionali. Favorire l’autoriforma e l’accessibilità delle professioni (riduzione e qualificazione del tirocinio, regole di accesso) anche attraverso tavoli di confronto con associazioni di consumatori per ridefinire, ad esempio, trasparenza tariffaria, informazione pubblicitaria, eventuali servizi gratuiti di prima informazione, sistemi di gestione non autoreferenziali dei contenziosi con i professionisti.
- Incumbent. Revisione delle norme di legge e regolamentari che ancora proteggono di fatto gli interessi dei vari incumbent nel settore delle telecomunicazioni, ferroviario, autostradale, postale ed energetico.
- Assicurazioni. Favorire la diffusione di agenti plurimandatari (in questa direzione, si muovevano gli interventi normativi del 2006 e del 2007) in considerazione della scarsa diffusione di agenti plurimandatari tra le compagnie di maggiori dimensioni che continuano ad operare con reti di agenti monomandatari.
- Riforma della class action (140 bis codice del consumo). Rafforzare gli strumenti di deterrenza di comportamenti lesivi della concorrenza e del mercato attraverso revisione dello strumento giudiziario della class action attraverso ad esempio la individuazione di criteri di “calcolo” per la determinazione del danno risarcibile che tengano conto anche degli incrementi di profitto realizzati attraverso l’infrazione.
- Frequenze digitali. L’impegno del Governo ad annullare la gara che avrebbe regalato le nuove frequenze tv del digitale al duopolio Rai-Mediaset è apprezzabile. Occorre aprire adesso la strada a una vera asta pubblica (come si è fatto con le frequenze per la banda larga di internet mobile), che porterebbe più concorrenza e soprattutto più soldi nelle casse dello Stato, in questo periodo di crisi.
- Trasporto ferroviario. Accolta con favore l’introduzione dell’Autorità per i servizi ferroviari occorre adesso avviare un serio programma di liberalizzazione del servizio a partire dalla fine del monopolio di Trenitalia. Occorre introdurre misure per rendere possibile la competizione, stimolando così l’efficienza e la riduzione dei costi nel settore del trasporto ferroviario. Questa iniziativa può avere un impatto anche sulla qualità dei servizi.
- Servizi pubblici locali. Recuperare l’impianto del ddl Lanzillotta che fissa il principio per cui l’affidamento deve avvenire attraverso procedure a evidenza pubblica (resta esplicita l’esclusione del settore idrico, nel rispetto del risultato referendario). Limitare la presenza della politica nella gestione delle partecipate e nelle nomine dei vertici delle società. In questo contesto, occorre rafforzare il ruolo dei cittadini previsto dall’art.2 comma 461 della Finanziaria del 2008: una norma mai applicata che prevede la partecipazione dei consumatori alla valutazione dei servizi e l’obbligo degli affidatari di favorire questa funzione pubblica con risorse proprie.
- Pubblica Amministrazione. Laddove non operino meccanismi concorrenziali e di mercato (es.: mancato ricorso a forme di esternalizzazione per erogazione di beni e servizi) risulta necessario favorire l’efficienza delle prestazione della PA anche attraverso un maggiore peso specifico di meccanismi di valutazione dei cittadini/utenti per la determinazione di criteri di premialità e penalità dei dirigenti. In questo senso, il governo dovrà garantire l’attuazione delle norme sulla trasparenza e sulla misurazione delle performance (in particolare, come non a caso chiede la BCE, nei sistemi sanitario, giudiziario e dell’istruzione).
Abbiamo apprezzato la determinazione espressa in queste settimane da questa Governo nella direzione di una apertura dei monopoli tradizionali in ambito privato e pubblico. Confidiamo pertanto che, nell’esercizio delle vostre responsabilità, vogliate accogliere tali suggerimenti, espressione del punto di vista dei cittadini. Ringraziando per la disponibilità, restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti e approfondimenti e per incontri e audizioni".