Una grande amarezza. Ecco quello che ho provato al pari di decine di amici e colleghi quando sono stati comunicati i nomi dei sottosegretari.
Nelle scorse settimane abbiamo sostenuto la candidatura di Teresa Petrangolini , nostro segretario generale e fondatore del Tribunale per i diritti del malato, a sottosegretario alla salute.
Una candidatura che rispondeva all’esigenza, più volta sottolineata tanto dal Presidente della Repubblica quanto dal Presidente del Consiglio, di ricreare un rapporto di fiducia tra cittadini ed istituzioni in un momento in cui sono richieste scelte difficili e sacrifici dolorosi.
Un rapporto di fiducia, per amore di verità, che non si era certo interrotto per colpa dei cittadini ma per le scelte di una classe politica diventata in alcuni momenti imbarazzante.
In questi giorni la candidatura di Teresa aveva raccolto sostegni molto ampi e qualificati da parte di soggetti del mondo delle istituzioni, della politica, della cultura, della cittadinanza attiva, del mondo medico. Questi sostegni derivavano dalla consapevolezza della necessità di avere in quel ruolo una persona che aiutasse in questa fase il governo a coniugare diritti dei cittadini e sostenibilità dei servizi sanitari.
Insomma, una candidatura percepita non di parte ma come un modo per dare un segnale che si potessero esprimere autorevoli candidature “al di fuori del giochi” tradizionali del rapporto tra partiti, correnti, amici degli amici.
Cosa dire? Quando i nomi sono stati comunicati ha fatto un certo effetto sapere la notizia della nomina del prof. Adelfio Elio Cardinale, medico palermitano, vice presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, fedelissimo del presidente del Senato Schifani nonché marito del suo braccio destro, dott.ssa Anna Maria Palma, ex PM di Caltanissetta, titolare, come scrive il Fatto Quotidiano dell’1 dicembre, “dell’inchiesta fallimentare sulla strage di via d’amelio, ora riscritta dalle nuove dichiarazioni di Gaspare Spatuzza”.
Questa vicenda fa emergere parecchie riflessioni. La prima è inerente il fatto che ancorché eclatante il caso di Cardinale non è l’unico. Nell’infornata di sottosegretari ci sono “figli di”, “parenti di”, “amici di” “amici degli amici” etc. per cui il neo sottosegretario è in ottima compagnia.
Un altro elemento di riflessione è legato alla consapevolezza che l’arroganza del potere e della casta non ha davvero limiti. La prima cosa che era stata detta e declamata in occasione della nascita del governo Monti era la necessità di mettere in posti chiave tecnici credibili e di alto valore.
Che questo voglia dire avere una laurea e un insegnamento in una università (spesso una qualsiasi università) è tutto da dimostrare, visti gli “imboscamenti” nella compagine di sottosegretari di persone di cui sopra.
La cosa che però lascia davvero attoniti in questa vicenda è che il lavoro fatto, i meriti acquisiti, il consenso trasversale e tutto ciò che da questo deriva non contano niente.
Credo si sia persa una grande occasione per dare un segnale di cambiamento, una occasione per dire che le competenze maturate in mondi diversi rispetto a quelli tradizionali delle “cordate” potevano essere utili al paese nella delicata fase che stiamo attraversando.
Il Presidente del Consiglio si è assunto una responsabilità grande accettando una poltrona scomoda e accettando di fare in pochi mesi quello che l’incapacità della politica non è riuscita a fare negli ultimi dieci anni.
Per questo merita rispetto e sostegno da parte di tutti coloro, e sono tanti della mia generazione, credono in un paese per i propri figli migliore di come lo hanno ereditato dai propri genitori.
Questo però non ci impedirà di fare il nostro dovere di cittadini attivi, che si battono e si batteranno con ancor maggiore impegno per costruire spazi per la partecipazione civica di cui le istituzioni di questo paese hanno grande bisogno.
Lavoreremo sulla trasparenza delle azioni delle istituzioni e della politica, ci “ficcheremo il naso”, “chiederemo conto” e chiederemo “di rendere conto”, sarà un modo altrettanto utile, ne sono sicuro, per dare il nostro contributo a “ricostruire la fiducia” tra cittadini e istituzioni.
Antonio Gaudioso, Vice segretario generale di Cittadinanzattiva