Ogni tanto una buona notizia: la Procura della Repubblica del Tribunale di Roma ha deciso di archiviare la denuncia penale, per abuso d’ufficio, sporta da un dirigente pubblico contro chi si era permesso di abbassare il suo premio annuale di produttività.
La vicenda è nota perché ne ha parlato anche Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 19 marzo 2008.
Un medico della dirigenza della Asl Roma E aveva presentato una denuncia contro il direttore generale della Asl, il direttore sanitario e me, Teresa Petrangolini, in quanto componente del nucleo di valutazione sul sistema premiante. L’accusa, a cui era seguita un’informazione di garanzia, era quella di non aver dato una valutazione di 100, con i relativi incentivi, nella verifica dei risultati raggiunti per il 2006, ma aver assegnato, invece, un misero 67. Tale punteggio in realtà, abbastanza largo rispetto alle performance del dirigente, era il frutto della misurazione dell’effettivo raggiungimento degli obiettivi prefissati e concordati con il dirigente stesso.
La decisione del giudice ha un significato importante perché sancisce una inversione di tendenza: la valutazione dei dirigenti, quella fatta sul serio, ne esce vincente. È evidente che il mezzo usato dal valutato era “abnorme”, una denuncia penale, ma non sono rare le situazioni in cui la giustizia ha dato ragione a chi veniva sanzionato per inefficienza e inadempienza nella pubblica amministrazione. E questo può avvenire anche quando le ragioni delle amministrazioni sono evidenti.
La speranza è che questo sia l’inizio di una nuova fase, nella quale chi lavora bene viene premiato e chi lo fa male non dico licenziato (è quasi impossibile con le normative in vigore), ma almeno sanzionato nella sua posizione professionale ed economica.
Teresa Petrangolini
Cittadinanzattiva, Segretario generale