“La manovra è inadeguata sia nel far fronte all’emergenza della spesa pubblica che la crisi delle ultime settimane ha evidenziato con forza, sia nel rilanciare l’economia e il lavoro, sia nel far fronte all’emergenza sociale (disoccupazione, redditi, consumi, eccetera) sempre più evidente e allarmante”.
Questo è il primo commento che viene dalla Campagna “Sbilanciamoci!”, cui Cittadinanzattiva aderisce ormai da anni. Nei prossimi giorni, Cittadinanzattiva ritornerà sulla manovra per formulare osservazioni più dettagliate. Intanto, ci pare utile segnalare questo documento, come primo spunto per una riflessione.La manovra taglia oltre 12 miliardi a enti locali e regioni: come si legge nella nota di “Sbilanciamoci!”, “questo implicherà meno servizi sociali per i cittadini o aumento delle tariffe per usufruirne”.
Pesante la riduzione delle spese per la sanità: circa 1,5 miliardi nel biennio. Il governo spera di trovare altri 5 miliardi da un nuovo condono edilizio che è l’ennesimo premio a chi viola la legge, agli evasori, a chi rovina l’ambiente.
È una manovra iniqua, che colpisce i lavoratori e i cittadini e non colpisce la ricchezza e gli speculatori. Di fronte all’attacco speculativo che i mercati finanziari hanno portato all’euro e ai titoli del debito pubblico dei paesi europei più indebitati – come l’Italia – un intervento sui conti pubblici è necessario, con una riduzione della spesa e del debito. Ma questo non può essere l’unico strumento della politica economica italiana ed europea: servono nuove regole che ridimensionino la finanza e la speculazione; nuovi strumenti di politica fiscale europea che sostengano la domanda e l’occupazione; una politica per l’economia reale che orienti la produzione verso uno sviluppo sostenibile sul piano ambientale e sociale.
Il governo italiano ha la pesante responsabilità di avere per tanti mesi sottovalutato la crisi; di avere diffuso inutile ottimismo; di essersi attardato in un immobilismo irresponsabile; di essersi affidato in modo inerziale alle speranze di uscita dalla crisi nella ripresa dell’economia mondiale. Il governo ha assistito passivamente alla crescita della disoccupazione, alla caduta dei redditi, all’aumento progressivo del malessere sociale in ogni parte del paese.
Con misure come lo scudo fiscale e, ancora prima, con la cancellazione di alcune misure legate ai controlli su pagamenti e dichiarazioni fiscali (come la tracciabilità dei pagamenti), il governo ha contribuito a causare la crescita di una nuova evasione fiscale, alla quale ora si vorrebbero opporre misure di contrasto che o sono quelle cancellate appena due anni fa o sono inefficaci in quanto pure petizioni di principio. E il nuovo condono edilizio rappresenta una contraddizione clamorosa rispetto a questi intendimenti.
Da una parte la manovra proposta da Tremonti è viziata, come in passato d’altronde, da operazioni virtuali (perché rivolte al futuro o perché mere operazioni contabili) di spesa pubblica e di marketing (come le minime riduzioni degli stipendi dei membri del governo) e dall’altra è caratterizzata dai tagli ai servizi dei cittadini e dalla salvaguardia dei privilegi acquisisti in questi anni degli speculatori e dei detentori dei redditi più alti.
In questa situazione di emergenza economica, ridurre la spesa pubblica è possibile, ma intervenendo sulle spese sbagliate come la spesa militare, le grandi opere, gli sprechi. Allo stesso tempo la spesa pubblica deve offrire protezione sociale per disoccupati e precari, pensionati al minimo, inoccupati.
Servono investimenti nel rilancio dell’economia: nelle energie pulite, nella infrastrutturazione sociale di base del paese, nell’innovazione e nella ricerca, nel welfare. Serve investire nella difesa dei diritti sociali, della coesione sociale e in un modello di sviluppo diverso, di qualità e sostenibile.
Le proposte della campagna Sbilanciamoci