L’ambientalismo sa che il protagonismo di persone e comunità è condizione essenziale per un a custodia attiva del Pianeta, superando le visioni ancor oggi prevalenti (e spesso indotte dai detentori dei poteri economico-finanziari che traggono il massimo profitto dal consumismo di massa) , orientate solo a considerare ciò che è vicino nel tempo e nello spazio : così nacquero le prime esperienze di pulizia e gestione degli spazi verdi urbani e della adozione e cura di pubblici monumenti .
Custodire e valorizzare i beni comuni, così come coltivare le virtù civiche come dimensione della cittadinanza, richiede la valorizzazione del capitale sociale, risorsa coesiva fatta di fiducia negli altri e di rapporti di reciprocità , anche con le Istituzioni : dobbiamo coltivare questo patrimonio, dando vita ad esperienze virtuose di custodia attiva del proprio territorio/ambiente , appunto anche in logica di sussidiarietà , soprattutto nel pieno di una crisi globale che blocca la capacità d’azione degli Enti Locali , lavorando con iniziative concrete che attivino un cambiamento culturale trasversale a tutti gli ambiti della società.
Il capitale sociale non nasce dal nulla e non si trasmette da una generazione all'altra in assenza di rispetto delle regole, attenzione agli altri e ai beni comuni , del prendersi cura degli spazi comuni, del vivere e svilupparsi in equilibrio con il territorio e con le sue risorse, dell’accoglienza e della cura della memoria e delle tradizioni, della pratica dei doveri civici.
Colgo l’occasione per citare qui il progetto ‘SPREK.O.’ di Cittadinanzattiva e ‘Italia ti voglio bene’ , del Centro Antartide di Bologna , che individuano e sviluppano nuovi strumenti per combattere gli sprechi e coltivare il capitale sociale di un paese in balia dell'egoismo montante e della sempre più diffusa valorizzazione sociale della furbizia.
Credo che gli emendamenti proposti da Cittadinanzattiva al Decreto ‘SbloccaItalia’ (così com’è oggi , lo definirei ‘SfasciaItalia’) vadano in questa direzione .
Walter Ganapini