Nel corso dell’inchiesta contro il caporalato denominata “Sotto padrone”, condotta dalla Procura di Foggia, è stata iscritta nel registro degli indagati anche la moglie del direttore del Dipartimento per le libertà civili e immigrazione del Viminale, già Prefetto di Bari, nel frattempo dimessosi. L’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ha portato già all'arresto di cinque persone, due delle quali in carcere: sono state verificate oltre dieci aziende agricole riconducibili ad alcuni degli indagati, tra luglio e ottobre 2020, ed è proprio di una di queste aziende che la moglie del direttore del Dipartimento del Viminale è socia amministratrice.
Secondo quanto emerso in questi mesi, i lavoratori delle aziende erano costretti ad accettare vere e proprie condizioni di sfruttamento: si tratta principalmente di braccianti extracomunitari provenienti dall'Africa, impiegati a lavorare nelle campagne della Capitanata, tutti residenti nella nota baraccopoli di Borgo Mezzanone, accampamento che ospita circa duemila persone che vivono in precarie condizioni igienico-sanitarie e in forte stato di bisogno. Leggi di più