Dopo pasta e riso è la volta del pomodoro. Il prodotto tipico del Made in Italy sarà più tutelato dall’Italian Sounding. Il decreto interministeriale firmato da Calenda e Martina introduce in etichetta l’indicazione dell’origine dei derivati del pomodoro. Il provvedimento viene applicato ai derivati del pomodoro come conserve e concentrato oltre che a sughi e salse composte da almeno il 50% di derivato del pomodoro.
Quindi un altro passo in avanti per etichette più trasparenti a tutela dei consumatori in linea con le esigenze dei cittadini per cui è importante conoscere l’origine delle materie prime.
Nelle etichette sarà riportato il nome del Paese in cui il pomodoro viene coltivato e quello in cui è stato trasformato. Anche per i derivati del pomodoro, come per riso e pasta, nel caso in cui le fasi avvengano nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate le diciture: Paesi UE, Paesi Non UE, Paesi Ue e Non Ue mentre se tutte le fasi avvengono in Italia si leggerà “Origine del pomodoro: Italia”.
Tutte queste informazioni dovranno essere visibili facilmente riconoscibili, leggibili e indelebili.
Questo è un provvedimento molto importante soprattutto perché riguarda i derivati di un prodotto che in molti casi arriva dall’estero (Stati Uniti e Cina) e che in Italia viene solo confezionato. Se ad oggi l’unica informazione obbligatoria era quella del luogo di confezionamento con le nuove indicazioni finalmente i consumatori potrannio fare scelte di acquisto consapevoli .
È auspicabile che tali provvedimenti vengano presi anche a livello europeo per garantire un’omogeneità informativa a livello comunitario.
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