La questione della fatturazione a 28 giorni non pare conoscere battute d'arresto. Proviamo in breve a fare una sintesi di quanto accaduto sino ad ora alla luce delle recenti novità.
Nel 2015 alcuni noti operatori della telefonia fissa e mobile, decidono di ridurre di due giorni la fatturazione mensile: TIM, Vodafone, Wind-3 e Fastweb, ma anche Sky Italia, avevano deciso di convertire la bolletta mensile in una da pagare ogni 28 giorni, con il risultato che i clienti pagavano con ogni fattura due o tre giorni in più rispetto alla durata effettiva del mese e dunque rispetto ai giorni durante i quali avevano goduto del servizio.
L’AGCOM - Autorità per le garanzie nelle comunicazioni interviene e sancisce l’obbligatorietà della fatturazione mensile. Ma solo sul fisso, lasciando fuori la telefonia mobile. L'Autorità decide anche che i rimborsi debbano avvenire automaticamente seppure gli operatori procedono in ordine sparso (Tim per esempio propone l'attivazione di servizi e opzioni in compensazione).
Poco dopo, arriva anche una legge (la 172 del 2017) ad introdurre l’obbligo di fatturazione a 30 giorni a partire dall’aprile 2018 non solo per le telecomunicazioni, ma anche per le pay tv. Successivamente, il Consiglio di Stato, a luglio 2019, prevede l’attivazione di meccanismi di rimborso degli utenti direttamente in bolletta senza alcuna richiesta da parte del cliente. Di questo, ne avevamo parlato in una precedente newsletter. E sin qui, il discorso sembrava chiuso.
Sennonché, l'AGCM - Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato lo scorso gennaio decide di sanzionare le suddette società di telefonia (complessivamente 228 milioni di euro) per un presunto cartello messo in atto al momento del ritorno alla fatturazione a trenta giorni classici. Come? mantenendo inalterato l’aumento dell’8,6% - una “13esima mensilità” in pratica (visto che con le 52 settimane in un anno i rinnovi passavano da 12 a 13) - risultante dall’aver ridotto da mensile a 28 giorni la fatturazione.
Pochi giorni fa il Tar del Lazio, invece, annulla le sanzioni inflitte nel gennaio dall’Antitrust a Fastweb, Tim, Vodafone e WindTre. Ciò per “evidente difetto di istruttoria" condotta dall'Autorità. Per il giudice amministrativo, infatti si tratterebbe più di una semplice pratica scorretta ai sensi del Codice del Consumo. In pratica, per il Tar c’è forse il danno per gli utenti, ma non il cartello.
Insomma, la vicenda nel complesso non appare conclusa. Anzi. Vi daremo ulteriori sviluppi non appena ce ne saranno.
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Per avere maggiori informazioni sulle possibili richieste di rimborso https://www.cittadinanzattiva.it/notizie/consumatori/12533-bollette-28-giorni-ecco-come-richiedere-il-rimborso.html