Fir: il MEF non risponde alle sollecitazioni delle Associazioni dei Consumatori del CNCU che chiedono di sanare criticità e ingiustizie dell’attuale norma. Non è più rinviabile un incontro urgente.
È passato oltre un mese dall’ultimo, l’ennesimo, tentativo di ottenere dal MEF e da Consap un incontro per chiarire le numerose criticità relative al Fondo Indennizzo Risparmiatori. In occasione della conversione in legge del D.L. n. 51/2023 Decreto Omnibus, infatti, è stato previsto il diritto, per i soli risparmiatori azionisti già ammessi al rimborso in prima istanza tramite il FIR, a ricevere un’ulteriore quota del 10% di indennizzo.
Una misura senza dubbio positiva, che presenta, però, non poche ombre. Una grande percentuale dei risparmiatori coinvolti, da noi contattati, infatti, non era a conoscenza di tale incremento e si trova in difficoltà a presentarci la documentazione utile per la richiesta di integrazione. Una difficoltà che riguarda soprattutto i cittadini anziani, non in possesso di capacità o mezzi tecnologici necessari o impossibilitati, anche a causa del forte caldo, a recarsi presso i nostri sportelli presenti sul territorio. Il tempo a disposizione (fino al 31 luglio p.v.), in realtà, risulta insufficiente anche soltanto per riuscire a contattare i molti risparmiatori interessati.
Inoltre, non si comprende la ratio secondo cui si è deciso di non utilizzare le posizioni già presenti nel portale del FIR, aggiungendo un semplice link per le eventuali nuove comunicazioni, costringendo invece gli interessati a comunicare, nuovamente, dati già in possesso della Commissione Tecnica (numero istanza, nome, cognome e codice fiscale dell'avente diritto).
Gagliano Aterno (AQ), con “NEO – Nuove Esperienze Ospitali” che ha permesso la nascita della prima comunità energetica d’Abruzzo. Portoferraio, (LI) con il progetto “Amici fragili – Amici per sempre”, dedicato all’inclusione dei giovani con disabilità psichica e motoria. Camerota (SA), con “Green Camerota”, focalizzato su sviluppo e turismo sostenibile. Infine, il “Manifesto per una rete dei piccoli comuni del welcome”, a cui partecipano 57 comuni delle aree interne di tutta Italia.
Queste le quattro realtà che salgono sul podio dei premiati di questo secondo appuntamento con “Chi l’ha fatto?”, il contest nato con lo scopo di raccogliere, mettere in rete e valorizzare esperienze che, partendo dalle esigenze delle comunità locali, abbiano contribuito a contenere il fenomeno dello spopolamento e a migliorare la qualità di vita di chi risiede nei territori appartenenti alle cosiddette “aree interne”*. Il premio - ideato nel 2021 da Cittadinanzattiva in collaborazione con UniCredit, nell’ambito di “Noi&UniCredit”, il programma di partnership fra la banca e 14 Associazioni dei Consumatori di rilevanza nazionale - in questa edizione ha rivolto particolare attenzione alle iniziative orientate a contribuire al raggiungimento dei 17 obiettivi globali dell'Agenda 2030 dell’ONU ed in particolare ai temi della sostenibilità e della lotta alle disuguaglianze.
Per superare l’”Urgenza sanità” occorrono investimenti sufficienti e continuativi e un Patto per la salute fra Stato e Regioni. Sulle liste di attesa avviata una indagine di accesso civico
Fino a 720 giorni per una mammografia di controllo, ben 103 pronto soccorso chiusi negli ultimi dieci anni, 6 regioni (Sicilia, PA di Bolzano, Calabria, Liguria, Abruzzo, Basilicata) che non raggiungono la sufficienza rispetto all’offerta di prevenzione sanitaria. Nel contempo la carenza di medici di famiglia e pediatri di libera scelta si fa sentire soprattutto al Nord e nelle cosiddette aree interne, dove è diffuso il cosiddetto fenomeno dei deserti sanitari. Sono alcune delle evidenze diffuse da Cittadinanzattiva che da qualche settimana ha dato il via ad una propria mobilitazione permanente a difesa del SSN “Urgenza Sanità”, attraverso un Manifesto ed una petizione su Change, e al contempo ha deciso di aderire alla manifestazione nazionale indetta dalla CGIL per sabato 24 giugno, così come alle mobilitazioni territoriali promosse la scorsa settimana dai medici dell’ANAAO Assomed.
Dalla prevenzione alla vaccinazione anti-Covid, dalla profilassi ai fattori di rischio per pazienti fragili o per le donne in gravidanza o in allattamento, un documento su cosa sapere e a chi rivolgersi. Disponibile la mail
Informare e accrescere la conoscenza e la consapevolezza della popolazione sui rischi di sviluppare forme severe di COVID-19, in particolare per le persone con fragilità o con specifiche condizioni di salute: questo l’obiettivo della guida “Covid, Long Covid e fragilità. Teniamo alta l’attenzione!” che Cittadinanzattiva pubblica online sul suo sito web, all’interno delle attività previste per il programma “BE A.W.A.R.E” (Be Active citizens for Widespread Awareness, infoRmation and Education).
La guida, disponibile anche in lingua inglese, contiene i consigli di Cittadinanzattiva, la lista dei 113 ambulatori territoriali per il trattamento del long Covid, i riferimenti per la tutela, e informazioni aggiornate su: fine pandemia e “nuova normalità”, il “long Covid”, il punto sulla vaccinazione anti Covid-19, l’impatto della malattia sui pazienti fragili, i fattori di rischio e la profilassi, la vaccinazione anti Covid-19 in gravidanza, allattamento e in età pediatrica.
Accesso ai farmaci, presentata oggi da Cittadinanzattiva una Raccomandazione Civica. Innovazione e Digital Health, approvvigionamento, distribuzione e consegna di farmaci e dispositivi, accesso alle terapie antivirali anti Covid: le proposte per migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Contribuire a definire alcune “linee guida” per un accesso alle cure e ai farmaci più agile, efficiente ed efficace, in particolare per semplificare le procedure e puntare al miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti, a cominciare da alcuni strumenti che sono stati implementati durante la pandemia. Questi gli obiettivi della Raccomandazione Civica “Verso un nuovo modello di accesso alle cure farmacologiche. Focus sul grado di accesso alle terapie antivirali per la cura del Covid-19”, presentata oggi da Cittadinanzattiva e frutto di un lavoro che ha coinvolto un board multi stakeholder composto da associazioni di pazienti e da professionisti sanitari.
“Io Sono Originale” è l'iniziativa del MiSE (ora MIMIT), Direzione Generale per la Tutela della Proprietà Industriale - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi - UIBM in collaborazione con associazioni dei consumatori iscritte al CNCU per promuovere iniziative di educazione e di sensibilizzazione sulla cultura della legalità, lotta al falso e conoscenza in merito ai rischi collegati alla contraffazione.
Le scuole italiane secondarie di primo e secondo grado sono state coinvolte nell’iniziativa Diario della creatività, con l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti sui temi della protezione della proprietà intellettuale.
VI Indagine di Cittadinanzattiva sulle mense scolastiche: 82 euro il costo medio mensile, circa 4 euro a pasto. Basilicata la più cara, Sardegna la più economica. Fra le città, meglio Barletta, peggio Torino, Livorno e Trapani. 908 gli interventi previsti dal PNRR fra mense nuove (526) e ristrutturate o ampliate.
82 euro: è quanto una famiglia italiana ha speso in media al mese, nell’anno scolastico in corso, per la mensa di un figlio iscritto alla scuola primaria o dell’infanzia. Si tratta di circa 4€ a pasto. La regione mediamente più costosa è la Basilicata (109€ mensili) mentre quella più economica è la Sardegna (58€ nell’infanzia e 62€ per la primaria).
L’incremento rispetto alla precedente indagine, riferita al 2020/21, è stato di poco più del 2%, ma le variazioni sono molto differenti a livello regionale: si passa da un aumento a due cifre in Basilicata (+19% e +26% rispettivamente per scuola primaria e quella dell’infanzia) e in Campania (+12% circa per entrambe le tipologie di scuola) al decremento più elevato registrato in Sardegna (-10,5% nell’infanzia e -4,5% nella primaria). Tariffe sostanzialmente invariate nelle regioni Lazio, Marche, Umbria e Valle d’Aosta.
Le associazioni dei consumatori del CNCU (Adiconsum, Adoc, Adusbef, Assoutenti, Casa del Consumatore,
affinché siano sospese con effetto immediato e per i prossimi 3 mesi tutte le bollette di acqua, luce, gas, rifiuti, nonché le fatture per telefonia fissa e mobile e abbonamenti pay-tv.
Fibromialgia, l’indagine rivela poca trasparenza e troppe differenze regionali. Cittadinanzattiva, AISF - Associazione Italiana Sindrome Fibromiagica, Associazione Fibromialgici Libellula Libera APS e CFU Comitato Fibromialgici Uniti-Italia Odv: “Chiediamo l’erogazione dei fondi previsti dalla legge e l’inserimento nei LEA”
Non rispondono all’istanza di accesso civico generalizzato Calabria, Friuli-Venezia Giulia e Puglia. Sulla ripartizione delle somme destinate a studio, diagnosi e cura della fibromialgia, informazioni complete solo da 7 Regioni. In 15 rispondono ma solo 13 Regioni indicano dove si trovano i centri per diagnosi e cura. In nessuna Regione le Associazioni sono coinvolte.
L’indagine condotta da Cittadinanzattiva - nel 2022 e nei primi mesi di quest’anno - rivela che c’è ancora molto da fare per dare risposte concrete ai bisogni di salute delle persone affette da fibromialgia e dei loro familiari e garantire un equo accesso alle cure e in maniera uniforme su tutto il territorio. All’indagine (5 domande inviate con la procedura di accesso civico generalizzato) hanno risposto tutte le regioni, ad eccezione di Calabria, Friuli-Venezia Giulia e Puglia. La Regione Campania ha fornito una risposta interlocutoria che riferisce che è tutto in fase di programmazione. Per Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Piemonte, Sardegna e Toscana, risposte molto complete in termini di informazioni riportate. Basilicata, Liguria, Lombardia, Molise, Umbria, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto hanno riportato poche indicazioni. Tutte le Regioni comunicano di aver inoltrato la richiesta di accesso ai fondi stanziati. Le Regioni Lazio, Marche, Piemonte e Toscana hanno dato indicazione sulla ripartizione dei fondi, insieme a Emilia-Romagna e Sardegna che hanno anche fornito dettagli numerici. Solo 13 regioni (Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta, Veneto) oltre ad aver individuato il centro o i centri per diagnosi e alla cura della fibromialgia, hanno anche specificato quali sono e dove si trovano.
Questi sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine condotta da Cittadinanzattiva sull’impiego e la destinazione dei fondi dedicati allo studio, alla diagnosi e alla cura della fibromialgia e rivolti alle Regioni. Il contesto normativo è attualmente in stallo: nonostante la legge di Bilancio 2022 abbia istituito un Fondo per lo studio, la diagnosi e la cura della fibromialgia - con una dotazione di 5 milioni di euro per il 2022 – e nonostante un decreto successivo lo abbia ripartito tra tutte le Regioni (con l'esclusione delle Province autonome di Trento e di Bolzano) nessuna di esse ha di fatto ricevuto la propria quota. Secondo la legge, comunque, le Regioni sono tenute, dallo scorso dicembre 2022, ad individuare sul proprio territorio uno o più centri specializzati, per la gestione delle persone con fibromialgia e in grado di assicurare ai pazienti una presa in carico multidisciplinare.
Nell’analizzare le risposte fornite dalle Regioni, Cittadinanzattiva constata un generale ritardo sul tema della trasparenza da parte delle pubbliche amministrazioni che, nella gran parte dei casi, sembrano considerare la risposta alla richiesta di informazioni, attraverso lo strumento dell’accesso civico generalizzato, come mero adempimento formale. Particolarmente grave è il caso delle Regioni Calabria, Friuli Venezia Giulia e Puglia perché, in questi casi, non è chiaro se l’assenza di risposta all’accesso civico corrisponda ad una mancata richiesta dei fondi dedicati (con la diretta conseguenza di non poter erogare prestazioni e servizi a beneficio dei cittadini affetti da fibromialgia e quindi favorendo difformità di cura rispetto ad altri territori. Dall’indagine si rileva chiaramente anche il mancato coinvolgimento, o il coinvolgimento molto parziale delle organizzazioni civiche e delle associazioni di pazienti, sia nella definizione di PDTA regionali sulla sindrome fibromialgica, sia nella predisposizione di percorsi assistenziali multidisciplinari che consentano anche agli specialisti di avere un corretto approccio alla cura e alla diagnosi della malattia.
“I dati di questa indagine - dichiara Tiziana Nicoletti, Responsabile del Coordinamento nazionale Associazioni dei Malati Cronici di Cittadinanzattiva - sono essenziali per riflettere su quanto ancora ci sia da fare per rispondere fattivamente alle richieste di salute e assistenza dei cittadini affetti da fibromialgia e dei loro caregiver. Per questo chiediamo alle Istituzioni di impegnarsi per cambiare la situazione attuale: innanzitutto bisogna erogare subito i fondi che la legge prevede, in modo che le Regioni possano organizzare e attivare i vari servizi sul piano territoriale. Non basta: è anche imprescindibile e doveroso che il Ministero risponda concretamente ai cittadini che attendono dal 2018 - anno in cui la Commissione permanente sui LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) ha dato parere favorevole - aggiornando i LEA e inserendo la fibromialgia tra le malattie croniche riconosciute. Come Cittadinanzattiva e Coordinamento nazionale Associazioni dei Malati Cronici, proseguiamo il nostro impegno nel voler garantire maggiore e migliore accesso alle cure in maniera uniforme, al fianco dei cittadini e, in dialogo con le Istituzioni, anche con il monitoraggio su qualità ed esiti di salute, una volta che i fondi saranno stati assegnati.”
La sofferenza dei cittadini in uno stato di emergenza sanitaria. E cinque chiavi per provare ad uscirne.
Il Rapporto, il Manifesto e le iniziative a difesa del SSN sono disponibili su www.cittadinanzattiva.it
Terminata l’emergenza pandemica, i cittadini si trovano a fare i conti più di prima con le conseguenze di scelte improvvide che durano da decenni: lunghissime liste di attesa, pronto soccorso allo stremo, medici di medicina generale assenti in molte aree non per nulla definite “deserti sanitari”. Il ricorso alla spesa privata aumenta ed è incompatibile con un sistema universalistico, oltre a essere possibile solo se le condizioni economiche dei singoli lo permettono. Per molte cittadine e molti cittadini l’attesa si è trasformata in rinuncia.
Sono le tante urgenze sanità che Cittadinanzattiva fotografa nel Rapporto civico sulla salute 2023, presentato oggi a Roma presso il Ministero della Salute. Quest’anno il Rapporto viene diffuso all’interno di una giornata più generale dal titolo appunto “Urgenza sanità”, un primo momento pubblico della mobilitazione permanente promossa da Cittadinanzattiva a difesa del Servizio Sanitario Nazionale. Dopo la presentazione del Rapporto, dalle ore 14 gli attivisti dell’organizzazione provenienti da numerose regioni scenderanno in piazza davanti al Ministero per manifestare le urgenze sanitarie dei loro territori. Altre iniziative si svolgeranno a livello locale anche nei prossimi giorni.
Tre i momenti: la presentazione del Rapporto civico sulla salute, un presidio a difesa del SSN, un confronto tra cittadini e partiti politici sul futuro della sanità pubblica.
Si parte la mattina con la presentazione del Rapporto civico sulla salute 2023, che si terrà dalle 9.30 alle 12.30, presso il Ministero della Salute - Auditorium “Cosimo Piccinno” - Via Lungotevere Ripa 1, Roma. Il Rapporto si presenta, per il secondo anno consecutivo, in una nuova veste e fornisce una fotografia della sanità vista dai cittadini, unendo due analisi: una afferente alle segnalazioni giunte, nel corso del 2022, al servizio PiT Salute e alle 330 sezioni territoriali del Tribunale per i diritti del malato; l’altra finalizzata ad esaminare, da un punto di vista civico, il federalismo sanitario con l’intento di coglierne la complessità, l’articolazione organizzativa, la capacità di amministrare e fornire risposte in termini di servizi e assistenza sanitaria ai cittadini. Durante l’evento verranno analizzate in particolare le seguenti macroaree: prevenzione, accesso alle cure, desertificazione sanitaria con specifico riferimento al personale sanitario, PNRR e assistenza territoriale.
A seguire, dalle ore 14 in Piazza Castellani, antistante il Ministero della Salute, gli attivisti di Cittadinanzattiva arriveranno da diverse regioni per portare la voce e le difficoltà dei cittadini nell’accesso ai servizi sanitari nei loro territori.
Dalle 15:30 alle 17:30 ci sposteremo presso il Teatro Trastevere, Via Jacopa de' Settesoli, 3, per un confronto tra cittadini e partiti politici sul futuro della sanità pubblica, a partire dai dati e dalle proposte evidenziate dal Rapporto civico.
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Dieci punti chiave e quarantasette azioni concrete per migliorare la qualità e la sicurezza delle cure in ospedale, attraverso impegni che coinvolgono reciprocamente le aziende socio-sanitarie, i cittadini e le istituzioni.
È questo l’obiettivo della Carta della qualità e della sicurezza delle cure, promossa da Cittadinanzattiva da oggi online in occasione della Giornata Mondiale del lavaggio delle mani, e realizzata con il contributo di rappresentanti delle istituzioni, dei professionisti sanitari, delle società scientifiche, delle associazioni di pazienti. Il grande tema che ha ispirato il lavoro della Carta è relativo al rischio infettivo correlato all’assistenza sanitaria e alla diffusione dell’antimicrobico resistenza, due fenomeni che, per numeri e conseguenze, possono avere un impatto grave sulla salute dei cittadini e sulla sostenibilità anche economica dei servizi sanitari. Secondo l’ultimo rapporto dell’OMS ‘Global report on infection prevention and control’, ogni 100 pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere, ben 7 nei Paesi ad alto reddito e 15 in quelli a basso e medio reddito contraggono un’infezione. Uno su dieci va incontro al decesso. Il 70% di questi, dice l’Oms, potrebbe essere evitato attraverso una maggiore prevenzione, formazione del personale per l’implementazione dei protocolli di sicurezza e una migliore igiene negli ambienti ospedalieri.
Giunta alla diciassettesima edizione, la Giornata europea dei diritti del malato si celebra oggi con una conferenza presso il Parlamento europeo a Bruxelles, dalle ore 15 alle ore 17, promossa da Active Citizenship Network, la rete europea di Cittadinanzattiva. Al centro dell’evento la sfida relativa alle terapie avanzate (ATMPs, Advanced Therapy Medicinal Products), un tema correlato a diversi diritti dei pazienti - accesso alle cure, al trattamento personalizzato, all'innovazione e all'informazione - proclamati dalla Carta Europea dei Diritti del Malato. L’evento è ospitato dall’europarlamentare Brando Benifei (S&D) e organizzato con il supporto degli europarlamentari aderenti ai Gruppi di interesse "Diritti dei pazienti europei e assistenza sanitaria transfrontaliera" e “MEP Transform”. Durante la Giornata saranno presentati contributi dalle istituzioni dell'UE, dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, dai gruppi di difesa dei pazienti di diversi paesi, da esperti indipendenti e da diversi operatori nel campo delle terapie avanzate, o ATMP (Advanced Therapy Medicinal Products).
Lo sviluppo delle terapie avanzate presenta nuove opportunità per il trattamento e la prevenzione di una varietà di patologie (le malattie geniche, quelle oncologiche e le malattie a lunga prognosi) o per ristabilire, correggere o modificare funzioni fisiologiche compromesse negli esseri umani, anche con la correzione di mutazioni acquisite su base genetica. La rilevanza di queste terapie innovative le pone al centro della discussione sulla salute e le scelte di politica sanitaria del futuro e sostenibilità del servizio sanitario.
Azione di #SicuriPerDavvero sotto la Presidenza del Consiglio durante incontro con Gabinetto di Musumeci, Ministro con Delega alla Protezione Civile
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Oggi, dopo numerose richieste di incontro e iniziative di pressione sul Governo Meloni, finalmente due rappresentanti della campagna #Sicuriperdavvero sono stati ricevuti dal Capo di Gabinetto per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Riccardo Rigillo. Durante l’incontro attivisti della campagna si sono riuniti sotto gli uffici a Largo Chigi per un’azione simbolica, con uno striscione di 9 metri, per chiedere in maniera ancora più decisa la necessità che l’Italia abbia una Legge sulle Ricostruzioni e che le comunità dei territori colpiti e a rischio siano ascoltate e coinvolte nella definizione della Legge perché “Senza persone è un disastro”.
“Finalmente si è raggiunta l’intesa in Conferenza Stato-Regioni. Un risultato che attendevamo da anni e per il quale ci siamo battuti, insieme a tante organizzazioni di cittadini e di pazienti, per garantire l’entrata in vigore dei Lea del 2017, e gli ulteriori aggiornamenti previsti, e il diritto ad un accesso equo alle prestazioni sanitarie ai cittadini di ogni Regione”. A dichiararlo Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva che proprio sei giorni fa aveva inviato una diffida formale rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri nonché Presidente della Conferenza permanente Stato-Regioni e a tutti i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, affinché venisse convocata la Conferenza Stato-Regioni per l’intesa sul Decreto Tariffe.
“Tuttavia appare evidente, anche dal documento sottoscritto dalle Regioni a suggello dell’Intesa, che l’impegno per garantire i Lea in modo uniforme su tutto il territorio nazionale non è certo terminato: crediamo che le Regioni, oltre a richiedere giustamente che sia effettuato un monitoraggio per valutare l’impatto economico-finanziario che il Decreto avrà sui conti regionali, debbano impegnarsi a loro volta ad assicurare un monitoraggio permanente dell’adempienza sui Livelli essenziali di assistenza, e che le istituzioni tutte debbano essere consapevoli che l’aggiornamento degli stessi va reso una misura dinamica e costante e non un provvedimento “una tantum”.
Sul podio quattro scuole di Giardini Naxos, Genova, Biella e Arzignano. Rafforzare educazione civica e PCTO con il coinvolgimento degli studenti. E su salute e prevenzione le scuole siano al centro di programmi di informazione
Promuovono la sicurezza a scuola e sul territorio, l’educazione al benessere, la sostenibilità, la lotta alla violenza di genere, l’educazione alla legalità, la solidarietà. E lo fanno con strumenti innovati e digitali, spesso all’interno delle ore di educazione civica o nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. Sono gli studenti protagonisti delle quattro scuole vincitrici e delle cinque menzionate per la diciassettesima edizione del Premio Buone Pratiche “Vito Scafidi” promosso da Cittadinanzattiva e consegnato oggi a Roma presso il Centro Europa Experience “David Sassoli”. A questa edizione hanno concorso 90 progetti pervenuti dalle scuole di tutte le regioni ad eccezione di Trentino Alto Adige, Abruzzo, Sardegna, complessivamente alle 17 annualità del Premio hanno partecipato 2.471 progetti.
A salire sul podio dei vincitori l’Istituto comprensivo Giardini di Giardini Naxos (ME), l’Istituto tecnico “Vittorio Emanuele II – Ruffini” di Genova, l’Istituto superiore “Eugenio Bona” di Biella, il Comprensivo S1 di Arzignano (VI). Fra i menzionati il Liceo Scientifico “M. Guerrisi” di Cittanova (RC) l’Istituto d’Istruzione Superiore “Lorenzo Lotto” di Trescore Balneario (BG), il Liceo Scientifico “Niccolò Copernico” di Udine, l’Istituto d’Istruzione Superiore “Laeng – Meucci” di Castelfidardo (AN), la Scuola secondaria di I Grado “Due giugno” di La Spezia.
Torna il Premio delle Buone Pratiche di Sicurezza e Salute a scuola “Vito Scafidi”, promosso da Cittadinanzattiva e giunto quest'anno alla sua diciassettesima edizione: studenti, insegnanti, rappresentanti istituzionali e civici racconteranno le esperienze e i progetti innovativi realizzati dalle scuole sui temi del Premio: la sicurezza a scuola e sul territorio, l’educazione al benessere, l’educazione alla cittadinanza attiva, ai quali si aggiunge, per la prima volta, l’ambito della sostenibilità e della lotta al cambiamento climatico (con una raccolta di video messaggi, attività, progetti dei ragazzi rivolti al mondo degli adulti e/o ai propri coetanei affinché ci si mobiliti a tutti i livelli).
La cerimonia di premiazione si terrà giorno 19 aprile dalle ore 10:00 alle 11:30 presso il Centro Europa Experience “David Sassoli”, in piazza Venezia 11, a Roma.
Cittadinanzattiva - insieme a Famiglie Sma, AISF (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica) Odv, UILDM, L’Altra Cicogna onlus, Hera onlus, associazioni che rappresentano alcune categorie di pazienti maggiormente danneggiate dal mancato aggiornamento dei Lea - hanno inviato oggi una formale diffida rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministeri nonché Presidente della Conferenza permanente Stato-Regioni e a tutti i Presidenti di Regione e delle Province autonome, affinché sia convocata al massimo entro sette giorni la Conferenza Stato Regioni con all’ordine del giorno la discussione del Decreto Tariffe e sia raggiunta immediatamente l’Intesa. Dal mancato raggiungimento dell’Intesa dipende infatti la mancata entrata in vigore dei Lea del 2017 e del loro successivo, e già previsto, aggiornamento: si tratta di una situazione “in palese contrasto con la tutela della salute, quale diritto individuale e interesse della collettività (art. 32 Cost.)”, come recita la diffida, “e manifesta il venir meno all’obbligo di tutela della salute da parte dello Stato/Regioni e dunque del servizio sanitario nazionale, nonché finanche il non rispetto della dignità e della qualità della vita delle persone”.
Comincia proprio dai Livelli essenziali di assistenza, con un atto ormai necessario e non più prorogabile dopo tante richieste delle associazioni dei pazienti e dei cittadini rimaste senza risposta, la mobilitazione permanente di Cittadinanzattiva a difesa del Servizio sanitario, della salute dei cittadini e della esigibilità dei diritti in una stagione che, a tutti gli effetti, ha il carattere dello stato di emergenza sanitaria.
“Un quadro allarmante, che deve servire a riportare l’attenzione su un tema, quello della sicurezza degli ambienti ospedalieri, sul quale abbiamo riscontrato minore attenzione in questi anni in cui siamo stati tutti, per ovvie ragioni, concentrati sulle emergenze legate alla pandemia e a tutti i principali mali della sanità, come liste di attesa e carenza di personale ”, così Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva commenta l’operazione dei Nas nelle mense sanitarie di varie zone d’Italia, con la quale sono state rilevate irregolarità in ben un terzo delle strutture (340 su 992 ispezionate) e che ha portato alla chiusura di 7 punti cucina.
Dai dati di Cittadinanzattiva riferibili al 2022, contenuti all’interno del Rapporto civico sulla salute che sarà presentato il prossimo 11 maggio, l’ampio tema della sicurezza delle cure raccoglie circa l’8% delle segnalazioni dei cittadini, e di queste oltre il 16% fa riferimento alle scarse condizioni igienico sanitarie dei locali ospedalieri.
L’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE-Italia), Medicina Democratica, Cittadinanzattiva, l’associazione Slow Medicine e l’Associazione dei Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI) hanno promosso una presa di posizione pubblica sulla paventata ipotesi di regionalismo differenziato. Attualmente il decreto legge Autonomia, del leghista Roberto Calderoli, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie nel governo Meloni, mira a rendere operativa questa possibilità.
Nel documento redatto dalle associazioni vengono messe in luce tutte le criticità che comporterebbero ulteriori forme e condizioni particolare di autonomia delle regioni, riguardanti ben 24 materie che sono state riconosciute di potestà legislativa concorrente con lo Stato, tra le quali spiccano la tutela e sicurezza sul lavoro, l’istruzione, la produzione il trasporto e la distribuzione dell’energia e, ancora, la tutela della salute e il governo del territorio.
In particolare, la mancata omogeneità di intervento sui determinanti ambientali di salute su tutto il territorio nazionale porterebbe all’ esasperazione del divario economico tra regioni. In quelle a minor reddito, comprometterebbe la prevenzione primaria nello sviluppo di patologie ambiente correlate, con l’inevitabile ripercussione di una maggiore incidenza di tali malattie.
“Le associazioni – si legge nel documento - sono fortemente contrarie al regionalismo differenziato sia per le ricadute sanitarie che per quelle ambientali e ritengono che questo sancirebbe la secessione delle regioni ricche determinando, nei fatti, la frantumazione dello stato unitario”.
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“La situazione ancora incerta dei mercati energetici e l’inflazione superiore al 9% avrebbero richiesto il mantenimento dell’azzeramento degli oneri di sistema anche per le bollette dell’energia elettrica. Nonostante la riduzione registrata nel primo trimestre dell’anno e quella che si attende per il prossimo trimestre, siamo ancora in una situazione di prezzo dell’energia elettrica 4 volte superiore a quello di due anni fa e con il ripristino degli oneri le bollette per le famiglie saranno da capogiro”.
Così commentano le associazioni (Adiconsum, Adoc, Adusbef, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Movimento Consumatori, Udicon) il Decreto bollette appena varato e chiedono che siano accolte le proposte da loro avanzate in occasione della Giornata mondiale dei consumatori. Fra queste quella di avviare un percorso di revisione degli oneri di sistema, prevedendo lo spostamento dalla bolletta alla fiscalità generale di quelli non strettamente connessi alla fornitura di energia, sia per questioni di equità contributiva sia per incrementare la trasparenza delle bollette stesse. Così come la richiesta relativa alla necessità di rivedere il meccanismo di determinazione dei prezzi finali dell’energia mediante l’introduzione di criteri di calcolo coerenti con i costi effettivi di produzione delle diverse fonti di energia.
“L’affossamento della proposta di legge sulla tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, determinata dalla presentazione in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati di proposte emendative assolutamente irricevibili, ci lascia estremamente amareggiati. Seppure la scelta dei proponenti di ritirare l’intero provvedimento sia frutto di una decisione condivisibile ed inevitabile, è un epilogo inatteso ed inaccettabile che arresta un percorso, portato avanti negli anni, di positiva collaborazione tra Parlamento ed organizzazioni della società civile. Un percorso contrassegnato da una grande spinta e valenza civica, che non ha mai avuto bandiere”, così commenta Laura Liberto, coordinatrice nazionale Giustizia per i diritti di Cittadinanzattiva in merito al ritiro della proposta di legge d ’iniziativa dei Deputati Serracchiani, Costa, Di Biase, Casu, Furfaro. A.C. n. 103.
In seguito alla presentazione di emendamenti che fermano la proposta di legge in Commissione Giustizia della Camera, associazioni, garanti e singoli soggetti impegnati sul tema dei diritti in carcere chiedono di non tradire il lavoro svolto finora e di accelerare l’approvazione
Un appello rivolto al Presidente e ai componenti della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati per ripristinare lo spirito originario della proposta di legge d’iniziativa dei Deputati Serracchiani, Costa, Di Biase, Casu, Furfaro. A.C. n. 103 e liberare finalmente i bambini detenuti nelle carceri a seguito delle mamme.
Ad inviarlo oggi Cittadinanzattiva e A Roma Insieme – Leda Colombini, con la sottoscrizione di altre 12 organizzazioni civiche e di volontariato attive sul tema dei diritti dei detenuti, nonché di 4 Garanti dei diritti delle persone private della libertà e del Presidente della Conferenza dei Garanti Territoriali.
Il Parlamento ha approvato la Legge Delega per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. Si tratta di un testo valido, che recepisce numerose proposte del Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza. Adesso, però, comincia la parte più difficile: tradurlo in opportune risposte per gli anziani e le loro famiglie
È stato approvato ieri sera alla Camera, dopo il via libera al Senato lo scorso 8 marzo, il Disegno di Legge Delega in materia di politiche in favore delle persone anziane. Si tratta di un traguardo molto importante e fortemente voluto dalle moltissime organizzazioni del Patto che hanno lavorato in sinergia e assiduamente in questi ultimi due anni affinché, per prima cosa, la riforma dell’assistenza agli anziani venisse inserita nel PNRR e, successivamente, perché venissero accolte dalle istituzioni le proposte volte a delineare una buona riforma per i milioni di italiani coinvolti. Si tratta di un testo di legge molto importante che, dal punto di vista dei contenuti, presenta al suo interno numerose proposte del Patto e anche alcuni testi degli emendamenti inviati dalla coalizione sociale alla Commissione Affari Sociali del Senato.
Acqua sempre più cara: 487 euro la spesa media a famiglia nel 2022, in aumento in tutti i capoluoghi di provincia, ad eccezione di Forlì-Cesena. Oltre il 40% va dispersa. Ad Enna e Cosenza acqua razionata per tutto il 2021.
I nuovi dati del 18° Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva in occasione della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo.
487€: questa la cifra spesa nel 2022 da una famiglia per la bolletta idrica, con un aumento del 5,5% rispetto al 2021. Aumenti in tutti i capoluoghi di provincia, ad eccezione di Forlì-Cesena che registra una piccola variazione all’ingiù dello 0,6%: l’incremento supera il 20% a Bolzano (+26,3%), Savona (+25,5%) e Trento (+21%); oltre il 10% in altri dodici capoluoghi, ossia Milano, Belluno, Sondrio, Como, Novara, Verbania, Chieti, Pescara, Pavia, Cremona, Catania, Messina.
Frosinone resta in testa alla classifica delle province più care con una spesa media annuale di 883€ (in aumento del 4,2% rispetto al 2021), mentre Isernia conquista la palma di capoluogo più economico con 174€.