“Profonda indignazione. Il diritto dei giovani di manifestare pacificamente sia tutelato sopra ogni cosa”.
"Le immagini delle manganellate con cui ieri le forze dell'ordine hanno risposto alla manifestazione pacifica delle studentesse e degli studenti pisani ci lasciano sgomenti e profondamente indignati" dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva.
"Allo sgomento si unisce con altrettanto forza un sentimento di vicinanza per queste ragazze e ragazzi e di gratitudine verso chi è sceso in piazza in segno di solidarietà nei loro confronti. Anche l'assemblea Cittadinanzattiva di Pisa ha aderito alla manifestazione di ieri sera per essere accanto ad una generazione che sta vivendo in una epoca di incertezze sociali ed economiche e di gravi emergenze globali e che per questo meriterebbe rispetto, ascolto, attenzione. Non certo violenza da parte di chi rappresenta lo Stato".
In Italia cecità ed ipovisione affliggono attualmente circa 1.600.000 persone (96 milioni nel mondo, secondo OMS), con un incremento considerevole di incidenza dopo i 50 anni.
In particolare le varie forme di degenerazione maculare stanno aumentando sensibilmente a causa dell’invecchiamento della popolazione: secondo recenti stime, in Italia, la forma senile colpisce da un minimo di 130 mila persone ad un massimo di circa 480mila; per quanto riguarda la forma correlata al diabete, circa il 6,8% dei pazienti diabetici, ossia 200mila persone, sviluppa edema maculare diabetico. Ad essere colpiti da maculopatie sono ogni anno circa 63mila persone. Rilevante l’impatto economico della malattia sul Servizio sanitario nazionale: il costo stimato è di 60mila euro per paziente; il maggior dispendio di risorse è associato ai costi sociali, pari al 67,83% della spesa. Il trattamento farmacologico incide per il 16,58% sul totale.
Fra i principali problemi riscontrati da chi soffre di questa patologia, come mostrano le segnalazioni giunte ai servizi di tutela di Cittadinanzattiva, vi sono le lunghe liste di attesa per l’accesso alle cure, a cominciare da una semplice visita oculistica per la quale nel pubblico si attendono in media 270 giorni; i ritardi nella diagnosi e nel successivo avvio del trattamento farmacologico; la difficoltà di aderire a terapie caratterizzate da frequenti somministrazioni e la mancata personalizzazione delle cure con evidenti ricadute negative per i pazienti ma anche per le strutture sanitarie.
In attesa di Linea Guida di carattere nazionale che garantiscano una maggiore omogeneità di accesso alle prestazioni e alle cure sui territori, la personalizzazione delle cure anche con l’uso di tecnologie innovative (HTA) e l’incremento dei programmi di prevenzione, informazione e screening, Cittadinanzattiva ha presentato oggi una Road Map per la presa in carico della persona affetta da maculopatia.
A fronte di una spesa media per i libri scolastici che si aggira sui 500 euro l’anno e che supera i 680 euro per chi frequenta il primo anno di liceo, quando oltre ai libri di testo vanno acquistati anche i dizionari, appena 14 studenti su 100 hanno avuto accesso nell’anno scolastico in corso al cosiddetto “Bonus Libri scolastici” erogato da Regioni e Comuni, sulla base di un finanziamento statale di 133 milioni. Su una platea di 4.152.491 mila, a riceverlo sono appena 589.196 studenti appartenenti a famiglie con un reddito inferiore a 15.493,71. Il tetto Isee per accedere al contributo viene stabilito dalle Regioni e dai Comuni che in alcuni casi possono aggiungere ulteriori fondi.
Le famiglie meno abbienti, ossia con un reddito inferiore ai 15.493.71 euro l’anno, rappresentano il 13,4% a livello nazionale, con punte del 25,6% in Campania, 24,1 in Abruzzo, oltre il 20% in Calabria e Sicilia (ultimi dati Istat, 2020-2021).
Eppure la fascia Isee per accedere al bonus varia di regione in regione: la Basilicata e la Sardegna fissano la soglia più alta di Isee in 20mila euro, allargando dunque la platea dei beneficiari; Abruzzo, Lazio ed Umbria la fissano in massimo 15.493,71€; poco più (15.748,78€) in Toscana, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Molise e Veneto (queste ultime tre però prevedono un contributo maggiore per chi ha un ISEE inferiore ai 10.632,94€) ; segue il Friuli Venezia Giulia dove possono accedere al contributo le famiglie con ISEE fino a 14.ooo€, stesso tetto per la Puglia dove però per le famiglie con 3 o più figli l’Isee può arrivare a 14mila euro; la Campania in 13.300€ ma con un maggiore contributo per chi ha meno di 10,633€; in Sicilia accedono al bonus le famiglie con ISEE fino a 10.632,94€. In Calabria il tetto massimo per accedervi - di soli 6.000 euro Isee fino allo scorso anno – è stato innalzato a 15.748,78 euro grazie ad un provvedimento destinato a 36mila studenti calabresi per 16 milioni di euro deliberati dalla Giunta regionale a valere sul programma regionale Fesr–Fse+ 2021-2027 per gli anni scolastici 2022/2023 e 2023/2024.
Educare i cittadini ad un uso consapevole degli antibiotici e formare i professionisti sanitari, sviluppare nuovi antibiotici e nuove strategie, monitorare e controllare la resistenza agli antibiotici: sono queste alcune delle priorità identificate all’interno della Roadmap per l’Antimicrobico Resistenza, diffusa oggi da Cittadinanzattiva con l’obiettivo di contribuire alle decisioni di politica sanitaria attraverso un'analisi delle principali problematiche ed elaborando considerazioni e proposte mirate. Il documento, fra i vari argomenti trattati, analizza e riassume le conoscenze attuali sull’antimicrobico resistenza (AMR) in Italia, il suo impatto economico, il coinvolgimento dei pazienti e la comunicazione sul tema, l’importanza dei test diagnostici rapidi, presentando infine 10 diverse strategie che possono essere adottate in forma di priorità per combattere l’antimicrobico resistenza.
Nel 2023 oltre la metà dei cittadini ha scelto sempre la stessa farmacia, soprattutto se trattasi di pazienti con patologia cronica. Prevenzione attiva e servizi di telemedicina in oltre due farmacie sue tre. Bene la diffusione dei farmaci equivalenti: confermata la fiducia nel farmacista e cittadini consapevoli della convenienza. Antimicrobico-resistenza: impegno comune, ma serve maggiore informazione sia per i farmacisti che per i cittadini.
I dati raccolti testimoniano il processo evolutivo verso la Farmacia dei Servizi ma anche, nel breve termine, la capacità delle farmacie di porsi a disposizione delle comunità locali come supporto del sistema sanitario. In questo quadro emerge la necessità di un potenziamento ulteriore della Farmacia dei Servizi - a partire dalla valorizzazione del rapporto di fiducia tra cittadini e farmacie – e del rafforzamento del ruolo di queste ultime sia in termini di personalizzazione delle cure (con la medicina di genere) sia nella prevenzione e tutela della salute di comunità (con gli screening). Cresce la diffusione dei farmaci equivalenti.
Sono questi alcuni dei temi e dei dati contenuti nel VI Rapporto sulla Farmacia, presentato a Roma e a cura di Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma.
Le 60 organizzazioni della società civile, che da ormai quasi tre anni si sono unite nel Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza, hanno oggi inviato una lettera aperta al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per chiedere un ulteriore confronto sul decreto approvato in via preliminare nei giorni scorsi.
“Abbiamo aspettato qualche giorno, necessario per un approfondimento dei contenuti, prima di esprimere il nostro punto di vista su un decreto che non solo attendevano ma sul quale Cittadinanzattiva, insieme alle altre organizzazioni del Patto, ha fornito un contributo fondamentale di proposte per arrivare ad una riforma condivisa e che rappresenti davvero una svolta per l’assistenza agli anziani non autosufficienti del nostro Paese”, dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva.
La Società Italiana di Cardiologia interventistica (GISE) prende parte del progetto europeo RESIL-Card che punta a rendere il sistema di assistenza e cure cardiovascolari più resilienti nelle crisi
In piena pandemia Covid i morti per infarto sono triplicati in Italia, così come in molti altri paesi europei. Il consorzio europeo RESIL-Card si propone di evitare che la storia si ripeta, sviluppando “in tempo di pace” protocolli per valutare i sistemi di assistenza e cura cardiovascolari e per colmare le lacune secondo specifici standard
Roma, lunedì 29 gennaio 2024 – La pandemia Covid-19 ha messo in ginocchio anche i sistemi sanitari europei più resilienti con effetti tragicamente evidenti anche sull’assistenza e sulle cure cardiovascolari. Si stima che in Italia, in piena emergenza Covid, i morti per infarto siano triplicati a causa delle difficoltà della presa in carico dei pazienti. Per evitare che la storia si ripeta, la Commissione Europea ha deciso di finanziare il progetto RESIL-Card, uno studiotriennale che rientra nell’ambito del programma EU4Health, e punta a rendere l’assistenza e le cure cardiovascolari “a prova” di pandemia, ma anche di conflitti o emergenze climatiche.
Oltre alla Società Italiana di Cardiologia interventistica (GISE), fanno parte del consorzio di ricerca RESIL-Card l’Unità di ricerca sui servizi e sistemi sanitari del centro medico Amsterdam UMC (Paesi Bassi), la rete globale di cardiologi interventisti We CARE (Francia) e il Servizio sanitario catalano CatSalut (Spagna). “L’obiettivo è quello di trarre insegnamento dalla pandemia per sviluppare specifici strumenti con cui valutare e identificare le lacune dei sistemi di assistenza e cura cardiovascolare, da colmare successivamente tramite l'implementazione di precise raccomandazioni standard”, spiega Francesco Saia, presidente GISE e cardiologo interventista all’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Policlinico Sant’Orsola.
Circa il 10% degli adulti e il 4% degli adolescenti in Italia è affetto da obesità. Numeri destinati a crescere a livello mondiale dove si stima che nel 2035 saranno interessati da questa patologia circa un adulto su quattro e un bambino su cinque.
È in questo contesto che nasce Feel Good, una campagna di sensibilizzazione ed informazione sull’obesità rivolta ad adolescenti ed adulti attraverso attività di formazione, prevenzione e attivazione dei cittadini coinvolti, a partire dai più giovani. La campagna, promossa da Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma, ha appena preso il via con il coinvolgimento degli studenti di 5 scuole (Istituto di Istruzione Superiore “Tommaso D’Oria” di Ciriè -TO; Istituto di Istruzione Superiore “Giovanni Sulpicio” di Veroli (FR); Liceo Scientifico “Giuseppe Peano” di Roma; Liceo Ginnasio “Mario Cutelli e Carmelo Salanitro” di Catania; Istituto Professionale “Pietro Piazza” di Palermo) e nelle prossime settimane con attività specifiche nelle farmacie aderenti nelle stesse città.
Attraverso un percorso formativo online, conclusosi nei giorni scorsi, sono stati formati 150 studenti delle suddette scuole su tre tematiche specifiche: curare e favorire il proprio benessere fisico e psichico; promuovere la body positivity; riconoscere e affrontare fenomeni di body shaming, sia nella vita quotidiana che sui social network. I ragazzi saranno a loro volta i protagonisti di una formazione “peer to peer” rivolta agli studenti di tutti e cinque gli istituti, nei quali si realizzeranno appositi corner informativi dedicati a Feel Good.
A febbraio un percorso analogo sarà riservato ai docenti e alle famiglie per rafforzare il ruolo della comunità educante nella prevenzione e sostegno alla cura della obesità.
Sempre a febbraio, e in prossimità della Giornata mondiale contro l’obesità del 4 marzo, le farmacie aderenti delle cinque città saranno protagoniste di attività di sensibilizzazione ed educazione sanitaria nei confronti dei cittadini che potranno compilare un questionario per rilevare il grado di conoscenza e consapevolezza dei fattori di rischio dell'obesità.
“Fondo da 10 mln di euro rischia di essere poca cosa per giovani e famiglie in attesa di diagnosi e di cure adeguate.”
Cittadinanzattiva si unisce all’appello delle associazioni, fra cui Animenta, l’Unione degli Studenti Universitari e la Rete degli studenti medi, e di tanti professionisti sanitari, che oggi manifestano nelle piazze di 28 città per chiedere investimenti strutturali e l’inserimento nei nuovi Lea dei disturbi del comportamento alimentare come capitolo autonomo.
“Il Ministro della Salute Schillaci ha annunciato lo stanziamento di 10 milioni di euro da destinare alle Regioni, per i percorsi di cura per chi soffre di disturbi del comportamento alimentare. Un segnale di certo importante, ma temiamo davvero troppo poco rispetto ai bisogni di centinaia di migliaia di ragazze e di ragazzi, un numero in forte aumento e in età sempre più giovane, che spesso si scontrano con tempi lunghi per la prima diagnosi e per le successive cure integrate di cui necessitano, perchè centri specializzati e professionisti pubblici sono pochi e presenti solo in alcune zone di Italia”, dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva che oggi aderisce ad alcune delle manifestazioni previste sul territorio nazionale.
I pazienti attualmente in cura sono circa 22 mila, ma quelli affetti da DCA si stima siano più di 3 milioni; solo nel 2023 si sono registrati quasi 4000 decessi legati a queste patologie. 126 le strutture pubbliche censite nel 2023 dall’Istituto superiore di sanità, delle quali 63 nelle regioni del Nord con 20 strutture in Emilia Romagna e 15 in Lombardia mentre al Centro se ne trovano 23, di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria, e 40 sono distribuiti tra il Sud e le Isole, tra cui 12 in Campania e 7 in Sicilia.
In Italia circa un giovane su due nella fascia 14-19 anni ha svolto almeno un’attività di partecipazione civica e politica (49,9%)[1]. Tra i 20-24enni i valori salgono a 63,3% e sono in linea con la media nazionale (63,5%). La partecipazione sociale[2] nel 2022 non ha ancora raggiunto i livelli pre-pandemia (31,3% nel 2019), ma coinvolge il 25,4% della popolazione ed è più diffusa rispetto all’anno precedente (19,9%). È più elevata fra i giovanissimi, con uno scarto di nove punti percentuali tra i 14-19enni (39,9%) e i giovani 20-24enni (30,9%), senza grandi differenze di genere.
Per incentivare l’attivismo giovanile, Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, insieme a Cittadinanzattiva e Agesci, con la partnership accademica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, di Edulia Treccani e quella tecnica di WeSchool, promuove AltaVoce Academy, un percorso formativo completamente gratuito e aperto a tutti i ragazzi e le ragazze fra i 16 e i 23 anni per apprendere strumenti e principi della cittadinanza attiva e della partecipazione civica.
AltaVoce Academy è un progetto innovativo che intende promuovere e sostenere il protagonismo giovanile, lavorando con i ragazzi e le ragazze, affinché possano sviluppare conoscenze e strumenti necessari per incidere positivamente in contesti che di solito lasciano poco spazio alle istanze delle giovani generazioni. L’obiettivo è favorire così la formazione di ragazzi e ragazze impegnati nella difesa, nella promozione e nello sviluppo dei diritti e nella salvaguardia dei beni comuni del proprio territorio, coinvolti e partecipi nella costruzione di comunità attive e in grado di incentivare alleanze e sviluppare iniziative e azioni concrete di cambiamento.
AltaVoce Academy si articola in un percorso complessivo di oltre 100 ore, con un corso base che si svolgerà dal 15 marzo al 15 giugno, un summer camp residenziale conclusivo a luglio e percorsi di specializzazione tematici da ottobre a dicembre. Tutor specificamente formati assisteranno e aiuteranno nelle attività laboratoriali e nella fruizione di tutti i contenuti del corso. Per la prima edizione del 2024 i posti disponibili sono 300 e le iscrizioni si sono appena aperte, la selezione avverrà sulla base delle motivazioni e delle esperienze vissute.
AltaVoce Academy ha un focus territoriale, con moduli on line e laboratori in presenza in 6 città da Nord a Sud: Udine, Torino, Prato, Roma, Napoli, Reggio Calabria, ma l’iscrizione è aperta a ragazzi e ragazze di qualunque regione italiana.
I partecipanti acquisiranno competenze su una varietà di ambiti fondamentali in questo campo, tra cui leadership, comunicazione, public speaking, campaigning e fundraising; esploreranno gli strumenti dell'attivismo digitale e della mappatura dei territori. Il percorso inoltre permetterà di affinare il pensiero critico, ampliando la conoscenza sulle dinamiche istituzionali e sulla lobby civica e promuovendo la leadership. Tra le tematiche che saranno approfondite ci saranno i modelli di amministrazione condivisa, la difesa e condivisione dei beni comuni e il principio della sussidiarietà. Verranno analizzate le competenze chiave per una cultura della partecipazione democratica e civile, con l’obiettivo di sviluppare la capacità di impegnarsi in modo efficace con gli altri per conseguire l’interesse collettivo, di partecipare e promuovere i processi di decisione democratica.
Il percorso di formazione sarà prevalentemente on line, con lezioni a distanza e live streaming, case histories e lezioni magistrali di esperti e testimonial, ma ci saranno anche esercitazioni e laboratori in presenza realizzati nelle 6 regioni italiane, con il contributo dei partner territoriali GetUp, Agape, ASAI, Cieli Aperti, Cittadinanzattiva Campania, Acmos. Concluderà l’esperienza un summer camp di due giorni, cui seguirà la possibilità di iscriversi a corsi di specializzazione tematici.
Nello scorso aprile, finalmente dopo sei anni, è stata raggiunta l’intesa in Conferenza Stato-Regioni sul Decreto tariffe, approvato poi in agosto, che prevede il rinnovo del Nomenclatore tariffario relativo alla specialistica ambulatoriale e all’assistenza protesica, introducendo prestazioni tecnologicamente avanzate e dunque aprendo la strada all’entrata in vigore su tutto il territorio dei Livelli essenziali di assistenza varati nel 2017.
“E’ di poche ore fa la notizia di uno slittamento ad aprile dell’applicazione di quanto previsto dal Decreto per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, perché il Ministero della Salute ha accolto la richiesta di proroga arrivata dalle Regioni e Province autonome. Da 7 anni noi cittadine e cittadini aspettavamo l'entrata in vigore dei Lea del 2017, anche per poterne sbloccare altri che nel frattempo sono stati individuati come necessari dallo stesso Comitato Lea ministeriale. Ma evidentemente l'urgenza della garanzia dei Livelli essenziali di assistenza è solo nostra: non sono bastati alle Regioni tutti questi anni per programmarne l'erogazione in modo prossimo e tempestivo né al Ministero per farsi garante della loro effettiva disponibilità per tutti i cittadini. L'intesa fra Stato e Regioni deve avere come obiettivo una sinergia costante per garantire i diritti dei cittadini, e non per lasciarli sulla carta o, come nel caso di quelli previsti dal Comitato Lea, nell'incertezza, tutt'altro che trasparente, del loro destino" dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva. "Si tratta di una notizia che delude le aspettative delle associazioni dei pazienti con patologia cronica e rara che da tempo si stanno battendo per vedersi garantiti accesso e innovazione su tutto il territorio nazionale”, aggiunge Tiziana Nicoletti, responsabile del Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici e rari di Cittadinanzattiva che qualche giorno fa ha presentato il Rapporto “Nel labirinto della cura”, denunciando il problema delle difformità territoriali nell’accesso alle cure per chi soffre di una patologia cronica o rara e che ha deciso di mettere al centro del suo impegno per i prossimi mesi proprio l'urgenza dei Lea.
Presentato il XXI Rapporto sulle politiche della cronicità “Nel labirinto della cura”.
Gli incastri della vita quotidiana di circa 24 milioni di cittadini con malattia cronica e rara, e degli oltre 8 milioni di caregiver non riconosciuti. Difformità regionali e disuguaglianze sociali; costi e liste di attesa. E 8 proposte per affrontare alcune questioni.
Nel labirinto della cura: è la condizione in cui vivono i pazienti affetti da una patologia cronica o rara, ma anche i loro familiari e chi li assiste come caregiver. Parliamo di quasi un italiano su tre, 22 milioni con almeno una patologia cronica, di cui 8,8 milioni circa con una forma patologica grave; a questi si aggiungono circa 2 milioni di persone alle quali è stata diagnosticata una malattia rara. La platea dei caregiver familiari è invece rappresentata da ben 8,5 milioni di cittadini, che spesso rinunciano a spazi importanti della propria vita, lavorativa, sociale, affettiva.
I dati di una indagine civica presentati oggi a Napoli da Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e U.Di.Con
Il 5G è una tecnologia che apre a nuove prospettive e opportunità, soprattutto in termini di sviluppo e riduzione delle disuguaglianze; allo stesso tempo, genera ancora alcune diffidenze e perplessità da parte dei cittadini che chiedono, quindi, informazioni corrette e autorevoli. La maggior parte delle persone intervistate delle regioni del meridione non ha conoscenze specifiche sulla tecnologia e sui dispositivi 5G: il 50% circa ne ha una conoscenza minima o nulla, dato leggermente più positivo rispetto al livello nazionale (56%). Maggiore è la fascia d’età, minore è la conoscenza. Si tratta infatti di una tecnologia ancora poco diffusa, soprattutto tra gli anziani. Solo il 21,2% dei rispondenti delle regioni meridionali utilizza al momento una connessione mobile 5G. Si nota un maggior utilizzo nei più giovani, nei soggetti con un titolo di studio più elevato e nei nuclei familiari con minori. A proposito, invece, di sicurezza informatica, informazione e diritti dei consumatori, solo il 15% degli intervistati delle aree meridionali si dichiara preoccupato per i possibili effetti sulla salute, mentre il 34% - soprattutto tra quanti hanno una conoscenza minima o nulla del 5G la cui fonte di informazione principale è caratterizzata dai canali social e dalla tv - dichiara di condividere almeno una delle false informazioni che nel corso degli anni hanno trovato diffusione su alcuni canali di comunicazione, a proposito del 5g (“provoca tumori”, “facilita lo spionaggio dei dati”, “non favorisce lo sviluppo dell’economia e del lavoro”).
Energia: meno della metà dei cittadini conosce le proprie spese, due su tre conoscono il bonus energia ma lo considerano inadeguato. E al Sud ancora un cittadino su tre ignora la prossima fine del mercato tutelato. La maggioranza pronta a scegliere le fonti rinnovabili.
Se in linea generale è possibile rilevare lo sviluppo sempre maggiore di una sensibilità ambientale (in primo luogo attenzione ai consumi e alla provenienza dell’energia consumata), dall’altro si nota un allarmante gap territoriale e generazionale in termini di conoscenza e di accesso ad adeguati strumenti per fronteggiare la questione energetica. I cittadini residenti nelle aree meridionali del Paese, in particolare, padroneggiano meno le informazioni atte a garantire lo svilupparsi di una vera e propria cittadinanza energetica, così come è possibile rimarcare disinteresse da parte di giovanissimi (18-25) sulle questioni energetiche e preoccupazione principalmente economica negli under 45.
Questi in sintesi i risultati della consultazione civica promossa da Cittadinanzattiva, che ha coinvolto oltre 3000 cittadini e che è stata presentata oggi nel corso di un webinar.
Un ‘Manifesto’ con i criteri da rispettare affinché i Decreti attuativi della Riforma sulla non autosufficienza che il Governo dovrà redigere entro gennaio 2024 siano coerenti con le indicazioni della Legge 33/2023 e rispondano adeguatamente alle esigenze di anziani e familiari. È il documento che le 60 organizzazioni del Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza hanno inviato alla Viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci. Dodici criteri che le associazioni aderenti al Patto hanno messo nero su bianco, suddivisi in quattro macro-obiettivi: costruire un sistema unitario; introdurre nuovi modelli d’intervento; sostenere i diversi soggetti coinvolti nella non autosufficienza e utilizzare un metodo costruttivo. I criteri sono accompagnati da un set di indicatori operativi che, successivamente alla presentazione pubblica dei Decreti, permetteranno di verificarne l’effettivo rispetto. Qui il Manifesto: I Decreti Attuativi, un’occasione irripetibile.
"Il tempo sta per scadere. Come Patto chiediamo di essere coinvolti, come assicurato dalla Viceministra Bellucci, nella preparazione dei decreti, affinché si faccia in fretta, ma soprattutto bene: occorre approvare entro gennaio i decreti attuativi per la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti e gli stessi - per rispondere adeguatamente alle esigenze di oltre 10 milioni di cittadini e delle loro famiglie - devono rispettare alcuni criteri che oggi presentiamo alla Vice Ministra in un Manifesto”, dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva.
“Giornata dell’innovazione 2023” Il 12 dicembre a Napoli, evento nazionale su “Tecnologia ed innovazione a supporto della lotta alla contraffazione”
Dalle 11.00 alle 13.00 nel Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, accademici, istituzioni e imprese si confronteranno sul valore e sull’efficacia delle tecnologie nella lotta alla contraffazione. L’evoluzione del mercato del falso a livello globale richiede strumenti e soluzioni innovative per prevenire e contrastare la diffusione di un fenomeno in continuo divenire anche sotto il profilo tecnologico e in progressiva espansione nel mondo digitale. Obiettivo principale dell’evento è quello di approfondire il ruolo che le tecnologie e l’innovazione ricoprono nella tutela della Proprietà Industriale, muovendo dal presupposto che il capitale creativo è prezioso in ogni ambito, tanto nelle innovazioni tecnologiche e di software, quanto nella ricerca pura, così come nelle tante manifestazioni dell’arte e nelle varie forme di comunicazione; tutte strade che, accanto ai naturali processi evolutivi, concorrono allo sviluppo dei Paesi dal punto di vista economico e valoriale.
In occasione della Giornata mondiale dei Diritti Umani del prossimo 10 dicembre, “Blue Communities” insieme a Cittadinanzattiva – partner di progetto – lancia una Consultazione Civica sull’Acqua, con lo scopo di conoscere e promuovere buone prassi nei comportamenti dei cittadini per la gestione sostenibile delle risorse naturali, in particolare rispetto ad usi e consumi dell’acqua, al livello di fiducia nell’acqua che beviamo, alla nostra impronta idrica. è possibile compilare il questionario della consultazione civica online al link: https://forms.gle/UaYPjwkoLXX7YcNu5
L’aggravarsi della crisi idrica ha indotto alcune organizzazioni a mobilitarsi, a portare il proprio contributo per sensibilizzare e trovare soluzioni efficaci: da qui nasce il progetto “Blue Communities”, coordinato dal CeVI – Centro di Volontariato Internazionale, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo, insieme a 11 partners di progetto: Acquifera APS, AWorld società benefit, Cittadinanzattiva APS, Coordinamento Agende 21 locali italiane CA21L, Fondazione La Locomotiva onlus, Gruppo Missioni Africa - GMA, H4O Help for Optimism, Navdanya International, People Help the People APS, Solidarietà e Cooperazione CIPSI, DPIA dell’Università di Udine.
Nella giornata odierna potrebbero saltare oltre un milione di prestazioni sanitarie tra visite, esami ed interventi: con la garanzia della copertura delle urgenze, i professionisti del mondo sanitario, medici, infermieri e direttori sanitari, stanno infatti incrociando le braccia contro le misure stabilite dal Governo nella manovra di bilancio. In questa giornata difficile per il Servizio Sanitario Nazionale e per i cittadini, Cittadinanzattiva esprime solidarietà alle categorie che protestano, richiamando altresì l’allerta lanciata lo scorso maggio, in occasione della manifestazione “Urgenza Sanità” focalizzata proprio sui problemi del SSN e in particolare sulla carenza di personale, sui disagi nei pronto soccorso e nei servizi territoriali.
“Non possiamo però fare a meno di ribadire il nostro ruolo accanto e in nome dei cittadini, in particolare per tutelare quelli che proprio oggi, a causa delle adesioni allo sciopero, si vedranno annullare la visita, l’esame o l’intervento programmato, con tutti i disagi che ne conseguono” dichiara Francesca Moccia, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva, che mette a disposizione dei cittadini la mail
Rilevare la qualità dei servizi offerti su scala nazionale dalle farmacie, comprendere quanto siano integrate nel Servizio Sanitario Nazionale, mettere in luce il punto di vista dei cittadini nella definizione degli standard di qualità del settore, valorizzare il ruolo sociale e sanitario delle farmacie: questi gli obiettivi dell’ Audit Civico® delle Farmacie - Ciclo Nazionale 2024 che Cittadinanzattiva lancia oggi in collaborazione con Apoteca Natura, Assofarm, Federfarma, Sunifar e con il Patrocinio di Fofi e Utifar.
In un contesto epidemiologico e normativo in evoluzione, alla luce della riorganizzazione dell’Assistenza sanitaria territoriale, la "Farmacia dei Servizi" assume un ruolo sempre più cruciale quale presidio di salute integrato nel Servizio Sanitario Nazionale. In questo quadro la finalità dell’Audit Civico è quella di coinvolgere le farmacie in un processo di valutazione e miglioramento continuo - arricchito dal punto di vista dei cittadini, in particolare nella definizione degli standard di qualità del settore – per evidenziare le eccellenze e riconoscere i professionisti che si distinguono per responsabilità sociale e sensibilità civica in risposta ai bisogni di salute delle comunità.
Rifiuti: solo il 55% dei capoluoghi ha centrato l’obiettivo (del 2012) di raccolta differenziata del 65%. E nella gran parte dei casi si paga di più dove si differenzia meno. Su Raee, olii esausti e tessili livelli di raccolta differenziata prossimi allo zero. Scarica il report dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva
Si paga di più dove si differenzia meno: a Catania ad esempio – capoluogo di provincia più caro - una famiglia paga in media per i rifiuti 594€ l’anno (la media nazionale è di 320 euro), e la raccolta differenziata è ferma all’11,3% (rispetto al 64% della media nazionale). All’inverso Udine si attesta come provincia meno cara, con una spesa media di 181€, e un livello di raccolta differenziata al 70,7%, ben oltre la media nazionale. Allo stesso buon livello Brescia dove, a fronte di 195€ di spesa, si differenzia il 70,4% dei rifiuti.
A livello di aree geografiche il Nord si posiziona al primo posto (71% di rifiuti differenziati), seguito da Centro (60,4%) e dal Sud (55,7%). A superare l'obiettivo del 65% previsto già dal 2012 sono il Veneto (76,2%), la Sardegna (74,9%), la Lombardia (73%), il Trentino Alto Adige (72,6%), l'Emilia Romagna (72,2%), le Marche (71,6%), il Friuli Venezia Giulia (67,9%), l'Umbria (66,9%), il Piemonte (65,8%). Fanalino di coda la Sicilia con appena il 46,9%.
Guardando ai singoli capoluoghi di provincia, la percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 65% è stata raggiunta da poco più della metà di essi (55%), con oramai 11 anni di ritardo. Volano con percentuali prossime o superiori all'80% Belluno, Ferrara, Forlì, Lucca, Mantova, Nuoro, Oristano, Parma, Pordenone, Reggio Emilia, Trento, Treviso. Le più riciclone sono Treviso (87,5% e Ferrara (87,3%), le meno Catania (11,3%) e Palermo (13,6%). In 21 capoluoghi di provincia i tassi di raccolta differenziata sono ancora al di sotto del 50%, un obiettivo che andava raggiunto già nel 2009.
“Vivere in una città pulita ci fa anche spendere meno. Questo dovrebbe essere un buon incentivo per tutti, cittadini ed amministrazioni, per lavorare in sinergia sulla riduzione dei rifiuti e sulla qualità della raccolta differenziata”, commenta Tiziana Toto, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva, che aggiunge: “Occorre investire meglio, però, anche sul riciclaggio dei rifiuti urbani perché a fronte di un livello medio nazionale di raccolta differenziata pari al 64%, la percentuale di riciclaggio si ferma al 48,1%. Continuiamo a smaltire in discarica in media il 19% dei rifiuti urbani prodotti, percentuale che supera il 30% in diverse regioni e arriva al 51% in Sicilia".
I nuovi dati emergono dal Rapporto dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva che, dopo aver fornito nei giorni scorsi un quadro dettagliato delle tariffe applicate nei capoluoghi di provincia, diffonde oggi il Report complessivo che contiene anche i dati sui livelli di raccolta differenziata in ambito regionale e provinciali e sulla raccolta di particolari categorie di rifiuti come Raee, oli e tessili. Il rapporto è realizzato nell'ambito del progetto "Vita da generazione spreK.O.", finanziato dal MIMIT. D.M. 6/5/2022 art. 5.
28 i crolli e gli episodi d’insicurezza verificatisi da settembre nelle scuole, 89 negli ultimi 14 mesi. 4 scuole su 10 in zone a rischio sismico e 1 su 5 in zona a rischio idrogeologico
“Convocare al più presto l’Osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica e proseguire con gli investimenti oltre il PNRR”.
28 i crolli e gli episodi di insicurezza che si sono verificati nelle scuole in varie zone di Italia, da settembre ad oggi. Sommando ai 61 che Cittadinanzattiva aveva già censito fra settembre 2022 e agosto 2023, arriviamo ad un totale di 89. Quattro scuole su dieci si trovano in zona a media ed elevata sismicità (rispettivamente si tratta di 14467 e 2876 edifici scolastici) ed una su 5 (ossia 8600 sul totale dei 40133) si trova in zona a rischio idrogeologico e idraulico.
Tra le misure annunciate nel nuovo pacchetto sicurezza appena licenziato dal Consiglio dei Ministri, estremamente preoccupante la previsione sull’ingresso in carcere per le donne incinte e per le mamme con bambini piccoli al seguito. In particolare, per le donne in gravidanza e le madri di figli fino a tre anni, si introdurrebbe “un regime più articolato per l’esecuzione della pena” e si eliminerebbe il rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena per le donne incinte e le madri di bambini di meno di un anno di età, prevedendo la detenzione in Icam (istituto a custodia attenuata per detenute madri).
“Una stretta inutile e gratuita che - in nome di presunte e indimostrate esigenze di sicurezza pubblica, come il contrasto alle borseggiatrici che minaccerebbero le nostre città - colpisce con il carcere mamme e bambini”, denuncia Laura Liberto, coordinatrice nazionale Giustizia per i diritti – Cittadinanzattiva.
“Da anni denunciamo il problema della reclusione dei bambini, ristretti in carcere al seguito delle madri detenute, con la campagna “L’infanzia non si incarcera”. Nel tempo abbiamo lavorato, assieme alle forze politiche, alla elaborazione di misure di sistema che garantissero, a donne in gravidanza e madri con piccoli al seguito, percorsi del tutto alternativi alla detenzione in istituti penitenziari, attraverso l’implementazione del sistema delle case famiglia”. Quelle proposte, presentate nella scorsa legislatura all’interno della cd “Legge Siani” e riformulate in quella attuale con un identico testo di legge, non hanno mai visto la luce proprio a causa di un’improvvisa e strumentale levata di scudi da parte delle forze politiche di maggioranza che, pochi mesi fa, ne impedirono l’approvazione.
Ora si interviene con provvedimenti addirittura peggiorativi della normativa vigente, che colpiscono un presidio di civiltà giuridica, aprendo alla possibilità di detenzione per le donne in gravidanza e che finirebbero con l’aumentare il numero dei piccoli ristretti negli istituti penitenziari.
“Non uno, ma mille passi indietro rispetto alle iniziative legislative percorse negli anni e rivolte a porre la tutela della maternità e del benessere psicofisico dei bambini al centro degli interventi di riforma. Una prospettiva – conclude Liberto - da scongiurare con decisione e su cui ci mobiliteremo affinché non prenda corpo in Parlamento”.
Già 24, da settembre ad oggi, i crolli ed episodi di vario genere che mostrano lo stato di insicurezza delle nostre scuole. Oltre la media di circa 7 al mese registrati nell’anno scolastico scorso, quando Cittadinanzattiva ne aveva censiti 61 in nove mesi.
Una emergenza che non accenna a placarsi e per la quale occorre individuare azioni prioritarie per affrontarla, in sinergia con le organizzazioni di cittadini, le famiglie e gli studenti impegnati sul tema. A chiederlo Cittadinanzattiva a pochi giorni dalla Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole alla quale aderiscono circa 10.000 scuole. Un evento nazionale sarà promosso da Cittadinanzattiva a Ostia – presso i Licei Labriola e Anco Marzio. Il programma.
“Ad oggi non risultano iniziative promosse dal Ministero dell'Istruzione e del Merito per il 22 novembre, una “dimenticanza” non di scarso rilievo, perché a prevederle è la stessa legge che istituisce la Giornata. Anche per questo, chiediamo al Ministro Valditara di convocare al più presto l’Osservatorio nazionale sulla edilizia scolastica che non si riunisce da due anni, affinché eserciti pienamente le sue funzioni istituzionali in materia di indirizzo e coordinamento nell’edilizia scolastica sia in relazione al PNRR che nella programmazione triennale ordinaria degli interventi oltre che nella diffusione della cultura della sicurezza.”, dichiara Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva che aggiunge: “Tutto questo ci preoccupa soprattutto alla luce della mancanza in Legge di Bilancio di risorse aggiuntive per l’edilizia scolastica con particolare riguardo alle indagini diagnostiche di soffitti e solai con i relativi interventi – se non quelle previste per un Fondo per il finanziamento di un “programma di mitigazione strutturale della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici”, pari a 45 mln nel 2024, 60 mln per ciascuno degli anni 2025-26-27-28”.
Rifiuti: cresce la tassa nel 2023, 320 euro a famiglia + 2% rispetto al 2022. Al Sud la spesa maggiore: la Campania la regione più costosa, a Catania la spesa è tre volte superiore rispetto ad Udine.
È di 320€ la tassa per i rifiuti pagata in media nel 2023 da una famiglia nel nostro Paese, con un aumento del 2% circa rispetto all'anno precedente.
La spesa più elevata si registra al Sud, con la Campania in testa a livello regionale (416€, e un leggero aumento dello 0,5% rispetto all’anno precedente) e ben sette capoluoghi di provincia meridionali nella top ten dei più cari, guidata da Catania dove una famiglia spende mediamente 594€ all’anno. La regione in cui si rileva la spesa media più bassa sono le Marche (€250); fra i capoluoghi di provincia è Udine quello meno caro, con una spesa media a famiglia di 181€, tre volte in meno che a Catania.